Fine del tormentone. La notizia, per la verità, era un po’ nell’aria già a seguito delle ultime giornate di campionato, ovvero quando il pupone, in aria di addio e in apparente rottura sia con il neo tecnico giallorosso Luciano Spalletti che con la stessa dirigenza della Roma, aveva fornito alcune importanti prestazioni condite da gol e assist determinanti per la conquista del terzo posto, valido per l’accesso ai preliminari di Champions League. E così, gli ultimi incontri sono andati a buon fine: Francesco Totti, capitano del passato e del presente, porterà la fascia al braccio anche nel futuro. Quantomeno, nell’immediato futuro: un altro anno insomma, l’ultimo da calciatore salvo ulteriori sorprese.
D’altronde, e lo stesso Totti lo sa fin troppo bene, difficilmente potrebbe essere così. Il prossimo 27 settembre, il pupone compirà 40 anni: e se la classe e la tecnica restano sempre all’altezza, immutate anche con il trascorrere inesorabile del tempo, il fisico difficilmente regge ai ritmi forsennati del calcio di oggi, fatto di corsa, velocità e resistenza. Ovvero, tutte caratteristiche che Totti, chiaramente, non è più in grado di garantire, specialmente per 90 minuti di fila.
Ad ogni modo, il capitano giallorosso è riuscito a strappare un ultimo anno di contratto, quasi a furor di popolo, per la gioia dei tifosi che proprio non potrebbero immaginare la propria Roma priva della sua bandiera più rappresentativa. Un amore, quello fra Totti ed il club capitolino, nato addirittura nel lontanissimo 1989, quando il pupone venne accolto tra le giovanili, per poi passare in prima squadra pochi anni più tardi, nel 1993, non ancora maggiorenne.
Da lì in poi, è stata storia: 758 presenze con la maglia giallorossa in tutte le competizioni, condite da ben 304 gol e svariati assist. Poche le vittorie, ma a loro modo tutte memorabili, in particolar modo quella dello Scudetto nel 2001: titolo che, adesso, arrivato ai 40 anni, Totti vorrebbe provare a rivincere almeno un’ultima volta prima del ritiro. Ce la farà?