All’Europeo 2016 è stata la giornata delle sorprese. E delle rivincite. Non certo sorprendente può essere considerato il successo in rimonta dell’Inghilterra sul Galles, dopo che all’intervallo la squadra di Hodgson aveva un piede fuori dall’Europeo, ma in questo caso si può parlare di rivincita: da parte di Roy Hodgson, che ha avuto la meglio sul plotone di critici insistendo su Rooney a centrocampo e inserendo solo nella ripresa Jamie Vardy, un altro da rivincita, perché dopo essere stato insultato dai tifosi del Leicester in vista del trasferimento all’Arsenal, poi messo in standby, il capocannoniere dell’ultima Premier ha salvato dai guai l’Inghilterra, compattando la nazione attorno a sé.
Sorprese assolute invece sono stati i risultati ottenuti da Irlanda del Nord e Polonia, più che mai in corsa per il passaggio agli ottavi. I britannici hanno steso un’Ucraina spenta e rassegnata, oltre che forse dilaniata da problemi interni a metà tra il politico e lo sportivo. I biancoverdi non vincevano una partita nella fase finale di una grande manifestazione da 34 anni, ma hanno avuto il merito di far fruttare il proprio calcio old style, tutto corsa, palle lunghe e generosità. Una spruzzata vintage in un torneo nel quale continua a latitare lo spettacolo e pure i gol.
Gol mancati del tutto a Saint-Denis, dove la Germania si è fatta imbrigliare dalla Polonia. Le sfide tra queste due squadre non possono mai essere solo di natura calcistica e allora, anche in un mondo rovesciato, quello in cui la Germania apre ai migranti, e la Polonia chiude, è immaginabile la soddisfazione e al contempo la delusione dei biancorossi, vicini al traguardo della qualificazione, ma reduci dal colpaccio mancato viste le occasionissime mancate da Milik, attesa stella polacca evidentemente tradita dall’emozione.
Sul fronte tedesco, Löw, tormentato dalle telecamere dopo il fattaccio contro l’Ucraina, ha mescolato le carte più e più volte in attacco, senza però mai trovare un ragno dal buco. Götze centravanti è un flop, ma anche Ozil e Draxler che entrano ed escono dalla partita non garantiscono nulla a breve termine al pari di un Muller fuori condizione. Il palleggio è troppo a lungo sterile e al momento la Mannschaft in salsa spagnola non quaglia. Il tempo comincia a stringere…