Il marciatore italiano Schwazer distrutto dal tritacarne mediatico ordito dalla Iaaf, e dalla sentenza della Iaaf che ha ignorato i fatti.
Il marciatore italiano Schwazer è stato condannato a 8 anni di squalifica dal TAS, una sentenza che di fatto mette fine alla carriera dell’atleta altoatesino. Eppure Patrick ci credeva fermamente nella sentenza di assoluzione adducendo prove inconfutabili sulla propria innocenza che l’organo giudicante ha snobbato, sposando la tesi sostenuta dalla IAAF e condannando alla resa il marciatore italiano.
E’ stata ignorata la perizia presentata da specialisti autorevoli che in aula avevano dimostrato l’incompatibilità dei 2 metaboliti sintetici trovati nelle urine del marciatore nei prelievi effettuati a Capodanno con l’attività dopante. Non avrebbe avuto senso doparsi 5 mesi prima di una gara e non ha senso che i 49 controlli antidoping pubblici e privati svolti dall’atleta successivamente abbiano dato esito negativo.
Eppure la IAAF non era stata in grado di confutare questa tesi in sede di dibattimento. Il Tas ha preferito emettere una sentenza, per la verità già scritta da tempo contro Schwazer, anziché emettere un verdetto che avrebbe rimesso in discussione il tritacarne mediatico ordito contro l’atleta azzurro. Il TAS ha dimostrato ancora una volta l’incapacità di agire in autonomia.
Le speranze riposte nella giustizia ordinaria
Non ci guadagna senz’altro la credibilità dello sport perché si ha la sensazione che qualsiasi atleta possa essere giudicato da un meccanismo che può anche prevaricare i diritti degli atleti, distruggendo carriere, senza tenere conto di circostanze e attenuanti, emettendo sentenze con il copia e incolla prive di alcun riscontro nei fatti.
Non giova alla credibilità della Iaaf la rivelazione fatta dal direttore del laboratorio antidoping di Colonia in Udienza che ha confermato di essere stato privato della possibilità di anticipare l’esito delle controanalisi. Ancora più grave il fatto che il controllo di Capodanno è stato disposto dalla IAAF il giorno in cui Schwazer depone al tribunale di Bolzano contro un medico della stessa IAAF. Adesso ci si augura che almeno la giustizia ordinaria sappia dare risposte e restituire onore alla verità, ce lo chiede lo sport.