Lotito ascoltato in commissione antimafia, ha parlato degli ultrà e le pesanti minacce subite in questi anni da alcuni facinorosi.
Claudio Lotito non ha paura e nella sua audizione in Commissione Antimafia ha spiegato di aver ricevuto minacce di morte da parte dei tifosi più facinorosi della Lazio ma di non avere mai abbassato la guardia: ‘Io tra il consenso e la legalità, quando sono arrivato alla Lazio ho scelto la legalità – ha dichiarato il numero uno biancoceleste – ancora oggi ricevo sette, otto telefonate di minacce al giorno. La tifoseria prima decideva tutto, entrava a Formello e decideva chi far giocare. Io non sono mai sceso a patti e credo che la tifoseria l’abbia capito’.
Sono stati tantissimi gli atti intimidatori subiti, alcuni dei quali davvero pesanti: ‘Ho subito situazioni pesanti, camion con sterco di cavallo davanti casa, intimidazioni, affissioni, minacce; questo ha prodotto evoluzioni di carattere giudiziario. Sono abituato a vivere con serenità queste situazioni; pensavano che assumessi un atteggiamento più morbido. Ma io ho sempre detto in Tribunale come stavano le cose. Ora la tifoseria si comporta in modo corretto, sa che se sbaglia non c’è storia per nessuno’.
Lotito ha rivangato l’episodio shock quando a Formello, alcuni ultrà entrarono entro per minacciare dirigenza e giocatori: ‘Questi fenomeni vanno gestiti, le norme ci sono e vanno applicate in modo rigido. Se commetti un reato grave, devi dare una sanzione pesante e va scontata, altrimenti tutto è consentito. Ora la tifoseria ha capito che si può tifare nel rispetto delle regole, ed è un punto in più per il club’.
Oggi, anche grazie alla sua capacità di saper tenere la barra dritta, la situazione sembra essere maggiormente sotto controllo: ‘Ho costruito un percorso insieme alle istituzioni per prevenire e reprimere la delinquenza: la tifoseria in questo momento si sta comportando in modo corretto, perché sa che chi sbaglia paga’.