A Leonardo Bonucci la tenacia non è mai mancata. Se è diventato uno dei difensori più forti del mondo, lo deve alla sua tempra e alla sua capacità di reagire alle avversità. Come adesso, al Milan, dove non è ancora riuscito a dimostrare di saper diventare il leader del reparto difensivo come ha saputo fare negli anni passati in bianconero e in nazionale. Bonucci è diventato il capro espiatorio di un Milan ambizioso che in campo non è riuscito ancora a trovare la quadratura del cerchio. In una intervista alla Gazzetta dello Sport ha raccontato la sua rabbia per l’espulsione contro il Genoa che ritiene ingiusta, ma anche la propria determinazione a voler mantenere la fascia di capitano.
‘Il mio gesto – ha raccontato il capitano rossonero – è stato assolutamente involontario, cercavo solo di liberarmi io dal braccio di Rosi. Mi spiace averlo ferito e gli ho subito chiesto come si sentiva, ma ho rivisto le immagini e ribadisco ancora una volta che non c’era volontarietà. Comunque sono dispiaciuto e sì, ho chiesto scusa ai miei compagni e al Milan’. Adesso si è recato a Londra, dove ha ricevuto la notizia del doppio turno di squalifica inflittogli dal giudice sportivo. ‘Non ho mai restituito la fascia – ha concluso l’intervista – ho preso questa responsabilità all’inizio, con oneri e onori e non mi sono mai pentito di essere arrivato al Milan’.