Duro atto di accusa di Paolo Maldini che a Repubblica ha voluto fornire la sua opinione sull’esclusione dell’Italia dai mondiali.
La ferita dell’esclusione dell’Italia dai mondiali è aperta anche per Paolo Maldini, uno dei punti di riferimento della nazionale negli anni ’90. L’ex bandiera del Milan, non è mai stato chiamato in causa dalla federazione per svolgere funzioni dirigenziali, nonostante la sua enorme esperienza ed il carisma indiscutibile. ‘Lunedì ero a San Siro – ha dichiarato a Repubblica – a fare il tifo e ho sofferto. Non soffro più come prima da quando non faccio più il calciatore, ma in questo caso la delusione è troppo grande: ancora non ci credo, è stata una cosa inaspettata. Però da una delusione del genere si può ripartire. Può diventare un’occasione. Bisogna riuscire a trasformare la ferita in un nuovo punto di partenza. Ci vuole un progetto di rifondazione da affrontare senza paura, con la consapevolezza che possono servire anni per ottenere i risultati, ma anche che è l’unica strada’.
Tavecchio e Ventura sono ormai diventati il bersaglio fisso dell’opinione pubblica, ritenuti i principali responsabili dell’esclusione dell’Italia dal mondiale. ‘Ognuno in una situazione del genere, quando c’è un fallimento – prosegue Maldini – deve prendersi le sue responsabilità. E nelle responsabilità sono implicite le dimissioni. Pensare alle dimissioni dei vertici FIGC non è sbagliato e nemmeno chiedere al presidente del Coni e al ministro dello sport un intervento per cambiare. Ma non per cambiare un singolo ingranaggio: non bisogna guardare solo alla FIGC, c’è anche la Lega da cambiare. Ribadisco che il mio punto di vista è quello di uno che ama il calcio, non certo di una a persona che si vuole auto-candidare a qualche ruolo. Quello che posso dire è che ci sono tanti ex calciatori che potrebbero dare molto, ma che con le norme attuali il ricambio generazionale è impossibile: vedo ancora le stesse facce di quando ho smesso con la Nazionale, 15 anni fa. Così non circoleranno mai idee nuove’.