Ecco i concetti espressi da James Pallotta nel corso di una intervista rilasciata ad una rivista statunitense sul futuro della Roma.
James Pallotta, il presidente della Roma, nel corso di una intervista rilasciata alla rivista statunitense Sports Illustrated ha tracciato un bilancio e ha affrontato il tema del futuro del club giallorosso sia nel campionato italiano che in Champions League.
Al primo anno con Di Francesco e Monchi la Roma sta facendo molto bene sia in Champions League che in Serie A. Due uomini che Pallotta ha scelto per iniziare un nuovo ciclo vincente e che si sono integrati alla perfezione nel suo progetto: ‘Penso che il nostro obiettivo – ha dichiarato Pallotta – ripensando all’inizio, era di provare a entrare costantemente in Champions League. Cosa che chiaramente non è stata facile nei primi anni o giù di lì. Ci siamo riusciti 3 volte su 4 e una volta siamo andati in Europa League. Stiamo ancora provando a fare una squadra da Scudetto. C’è voluto un po’ di tempo per imparare alcune cose e ancora di più per un cambiamento nella filosofia di gestione delle operazioni calcistiche. Credo che Monchi stia facendo questi cambiamenti, e queste cose richiedono un po’ di tempo. Ma avevamo alcune cose sulle quali lavorare. Penso che abbiamo fatto delle cose davvero buone negli ultimi 3 o 4 anni, e altre che invece non lo erano. Devi fare dei tentativi e migliorare. Avevamo molto da imparare. Io avevo molto da imparare. Ma penso che ci stiamo arrivando. E credo che venerdì avremo l’approvazione e l’annuncio per lo stadio dalla Regione. Potrebbe essere un bel regalo di Natale. Un sacco di cose cambiano quando la gente sa che sicuramente avremo uno stadio’.
Il cambio di passo per la Roma di Pallotta è essenzialmente filosofico: ‘Abbiamo fatto dei cambiamenti negli ultimi due anni sul nostro scouting. Abbiamo sviluppato incredibili sistemi di analisi. In realtà, stiamo passando ad un livello superiore di analisi che non penso sia mai stato fatto prima, con un paio di progetti su macchine di apprendimento. Penso che il nostro sistema accademico sia cambiato in meglio, per quello che possiamo fare per migliorare in Italia, negli Stati Uniti e qualche altro posto. Ci sentiamo come se avessimo dato più tempo ai nostri giovani. Non so se mi sbaglio, ma sono abbastanza sicuro che siamo i sesti in Europa tra quelli che forniscono più talenti alle altre squadre. Guarda per esempio Lorenzo Pellegrini, che prima avevamo prestato. Non sono sicuro che sarebbe successo se Monchi fosse stato qui. Dovremmo dargli più minuti in campo. Ma per me lui è un pezzo estremamente importante della Roma per i prossimi 10 anni. Vogliamo essere sicuri che giocatori come lui, giovani, stiano a Roma e capiscano che la Roma li vuole. Credo che facendo così, le cose possano essere leggermente diverse rispetto al passato’.