Ecco il grave j’accuse di Frank De Boer che ha messo sul banco degli imputati la scarsa attitudine al lavoro di alcuni giocatori dell’Inter.
L‘Inter ricasca nel vecchio vizio del passato. Ancora una volta sembrano i problemi dello spogliatoio i capri espiatori numero uno della crisi attuale della Beneamata. Una tiritera che torna tutti gli anni e a pagarne le conseguenze sono i tifosi che ormai hanno perso la speranza di togliersi qualche soddisfazione. Farà sicuramente discutere una dichiarazione di Frank De Boer, l’ex allenatore nerazzurro, fagocitato anch’egli dal male oscuro dell’Inter cosi come lo fu il suo successore, Stefano Pioli.
A una emittente olandese (Ziggo Sport), De Boer ha spiegato in maniera eloquente il proprio punto di vista. Secondo lui, esisterebbe all’interno dello spogliatoio nerazzurro un “gruppo di otto giocatori che tende a estromettere gli altri”.
“In Italia – prosegue De Boer – ho avuto un po’ di complicazioni, non solo per quel che riguarda il linguaggio, ma anche per il modo di trasmettere i miei messaggi e le mie idee. Il nostro modo di pensare ha molte più somiglianze con quello inglese, all’Inter invece facevano tutti leva sul sentimento: si forma un blocco di sette-otto giocatori e il resto provano a farlo fuori”.
Il tecnico olandese si è lamentato per la scarsa attitudine al lavoro di alcuni giocatori nerazzurri: “Era un po’ un casino, facevano ciò che volevano. Quando ho provato a fare un gioco posizionale all’Inter, poi… Non avevo mai visto niente del genere. I giocatori delle giovanili dell’Ajax lo facevano meglio. Non mi aspettavo che venisse fuori una roba così. Anche per i gradini, ad esempio loro non ne vedevano l’utilità ma io dicevo loro che quello era una parte essenziale per iniziare a capire come volevamo giocare. Loro hanno lasciato stare molto presto’.