Spalletti e Suning tornano a beccarsi alla fine del match tra Inter e Napoli. Ancora una volta, il tecnico di Certaldo non ha perso occasione per rimarcare le lacune della sua squadra, che la proprietà non ha voluto colmare nel mercato di riparazione invernale. Alla domanda su cosa manca alla squadra nerazzurra per ambire ai piani alti della classifica, il tecnico toscano ha ribattuto a muso duro: “La qualità. La qualità. La qualità”. Una parola che Spalletti ripete per ben tre volte. Poi ha risposto anche a Candreva che aveva definito le parole del mister un tentativo di “stimolare” i giocatori: ‘Antonio può dire quello che vuole – sono le parole del tecnico – questo è il suo pensiero, il mio l’ho detto’. Di certo, per i giocatori nerazzurri, sentir ripetere più volte dal tecnico che manca la qualità non fa di certo bene.
Le sue parole sono ovviamente da contestualizzare e da interpretare. Nessuno può dire che Spalletti non abbia ragione, in termini assoluti, anche dopo una prova in cui la sua Inter ha dimostrato di riuscire a tenere a bada le ambizioni del Napoli. Probabilmente le parole di Spalletti hanno Suning come destinatario principale e in subordine anche il ds Ausilio e tutti quelli che vorrebbero l’Inter competitiva per un piazzamento in Champions. La manovra lenta e compassata della squadra, i troppi errori in fase di possesso non possono essere solo dettati da deconcentrazione o pressappochismo. Mancano sicuramente quei piedi buoni che Spalletti cerca da tempo. Questi continui attacchi rischiano di incrinare il rapporto tra tecnico e società. Se Spalletti ha sicuramente ragione nel criticare certe scelte di mercato fatte in estate e a gennaio, è anche vero che farebbe bene a non mettere in piazza i dissidi. Lo sbandierare al vento i propri disagi potrebbe essere spia di una incomunicabilità che preannuncia un probabile divorzio a fine stagione.