Quando, pochi mesi fa, l’ Atalanta conquistava il primo punto della sua esperienza in Champions League solamente alla quarta partita del suo girone, in un faticoso match contro il Manchester City, probabilmente nessuno avrebbe mai anche solo immaginato che a febbraio la Dea sarebbe arrivata a questo punto. È l’ennesimo miracolo di una squadra imprevedibile, che si è consacrata come una delle migliori realtà del nostro calcio. L’ultima vittima sacrificale è stato il Valencia, giunto a San Siro fra mille defezioni e incertezze, e ben presto costretto ad alzare bandiera bianca dinanzi allo strapotere nerazzurro.
Che per l’ Atalanta sarebbe stata una serata di gala lo si capisce già dopo qualche minuto dal fischio d’inizio delle ostilità, con Gomez e compagni che prendono le misure ai malcapitati avversari. Il gol del vantaggio è quasi uno scherzo del destino: lo sigla Hateboer, uno dei pochi giocatori bergamaschi che in questa stagione, fino a questo momento, non avevano ancora timbrato il cartellino.
Il raddoppio arriva poco prima della conclusione della prima frazione di gara, grazie al “solito” Ilicic: la bordata dello sloveno dal limite dell’area trafigge le mani di Domenech. Nel secondo tempo il copione non cambia. Il terzo gol giunge grazie a Freuler, che al 57° raccoglie la sfera sulle vie centrali e la deposita in fondo al sacco. Pochi giri di orologio e arriva addirittura il 4 – 0: Hateboer infila la fascia destra sul filo del fuorigioco, e dopo aver percorso alcune decine di metri trova persino la doppietta personale.
Il Valencia prova a rimettersi in carreggiata, e al 66° mette dentro il gol della bandiera con Cheryshev. Difficile credere che possa bastare per la sfida di ritorno, il prossimo martedì 10 marzo: è altresì probabile che in Spagna i processi per questa sconfitta dureranno a lungo. L’ Atalanta invece sogna: al suo esordio in Champions League, clamorosamente, è con un piede e mezzo nei quarti di finale.