Era arrivato durante la scorsa estate per sostituire Massimiliano Allegri, ed era stato accolto, da gran parte della tifoseria così come da molti addetti ai lavori, in pompa magna. Il suo approdo a Torino suggeriva anche un rocambolesco stravolgimento della filosofia della squadra: il “belgiochismo” in virtù del “risultatismo”, evidentemente per imprimere un nuovo marchio su una mentalità, quella bianconera, che spesso ha preferito il cinismo allo spettacolo. A diversi mesi di distanza da quel giorno, tuttavia, ogni entusiasmo si è spento. E l’esperimento di Maurizio Sarri alla Juventus, per ora, può considerarsi un fallimento.
Con la Supercoppa Italiana perduta lo scorso 22 dicembre contro la Lazio, e con la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro il Napoli, sono già due gli obiettivi stagionali che la Juventus ha visto sfumare. Quel che è peggio, però, è l’assoluta mancanza di una precisa identità della squadra e del suo gioco. La Lazio, pur a fronte di investimenti di gran lunga inferiori, è stata costruita da Simone Inzaghi a sua immagine e somiglianza. E Gennaro Gattuso, pur nella sua impostazione piuttosto scolastica (catenaccio e contropiede), è riuscito a rimettere in piedi il Napoli dalle macerie lasciate da Carlo Ancelotti.
Maurizio Sarri, invece, non è mai riuscito a far propria la Juventus, né a fornirle una precisa idea su come essa dovrebbe essere. La squadra conserva uno sterile possesso palla, si muove in modo lento e impacciato, e non attacca mai l’area di rigore, dando l’impressione di non sapere cosa fare con il pallone: l’incredibile paradosso, cioè, di avere un finalizzatore come Cristiano Ronaldo, e di non riuscire a metterlo nelle condizioni di finalizzare. Di conseguenza, anche l’appuntamento col gol, nel tempo, si è fatto sempre più evanescente: prova ne è proprio l’ultima fase di Coppa Italia, ove i bianconeri, tra semifinali e finale, hanno realizzato appena un gol – peraltro su un dubbio calcio di rigore – in tre partite.
E, visto che anche il campionato e la Champions sono a forte rischio (la Vecchia Signora ha appena 1 punto di vantaggio sulla Lazio, e negli ottavi di coppa deve recuperare la sconfitta subita nella gara di andata dal modesto Lione), la panchina di Sarri ha preso a traballare pericolosamente. Lo scontento in società, così come tra i tifosi, è palese. Esplicativo uno dei commenti più replicati sui social, con tanto di hashtag #sarriout: “La Juve di Sarri è la brutta copia della Juve di Allegri: a questo punto allora non era meglio tenersi l’originale?”