Juventus, il muso corto e l’ultima scommessa di Sarri

Il day after della conclusione del campionato assume significati diversi, per tutti. Soprattutto non coincide con la fine della stagione: fra pochi giorni riprenderanno le competizioni internazionali, dopo il lungo stop dovuto alla crisi pandemica da coronavirus. Per alcuni, il terreno in cui rifarsi dopo un’annata di delusioni. Per altri, l’occasione per aggiungere qualcosa a un momento di per sé già soddisfacente. E poi c’è la Juventus, in affanno nonostante il nono Scudetto consecutivo già acquisito. A Torino, come nel resto d’Italia, la sensazione diffusaJuventus è che il tricolore sia arrivato soprattutto per demeriti, o meglio, mancanze degli avversari. La panchina di Maurizio Sarri è più traballante che mai, e lo scalpo dell’ex tecnico di Napoli e Chelsea potrebbe cadere nel caso in cui la sua creatura venisse prematuramente eliminata dal Lione.

Sarri, il mutaforma. Arrivato per inseguire il belgiochismo e riscopertosi più risultatista che mai. D’altronde, è anche uno dei motti della Juventus: vincere non è importante, è l’unica cosa che conta. L’ha capito bene Maurizio, specialmente nel momento in cui i suoi ragazzi hanno sofferto più che mai. Allegriano anche in questo, Sarri. Max lo disse, in tempi non sospetti: “Fotografia. Corto muso. Semplice.” E così ha fatto la Juve, arrivando avanti di un muso rispetto a tutti gli altri cavalli in gara: un muso appena, ma è bastato. Ovvero, la parabola dell’allievo che eguaglia il maestro. Ma per superarlo, è di ben altra fattura il metallo sul quale bisogna mettere le mani. Lo sa Allegri, che per due volte lo ha solo sfiorato. Lo sa Sarri, che è stato preso proprio per questo. Consapevole anche del fatto che le grandi orecchie non sembrino realmente alla portata degli artigli di questa Signora. Che è Vecchia, sì. Ma soprattutto stanca: sfiancata da una corsa Scudetto logorante, falcidiata dagli infortuni.

Le tre sconfitte nelle ultime quattro partite pesano, soprattutto sul morale. Lione è il crocevia, Lisbona già un miraggio. Sarri ha pochi giorni per (ri)prendersi la Juventus e oltrepassare gli spettri di chi l’ha preceduto. I sibili delle vedove di Allegri sono forti. Per ricacciarle, non può che esserci un obiettivo: farcela là dove Max ha fallito. Una scommessa contro la quale c’è troppo da perdere, ma anche da vincere. In palio c’è la Champions. E soprattutto, il futuro.

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