C’era una volta la pazza Inter. Quella dei voli pindarici e dei tonfi inaspettati. E anche se la stagione nerazzurra ha conosciuto alcune ombre che hanno condizionato i momenti di luce, la parte finale in questo torrido mese di agosto potrebbe essere il preludio di un futuro estremamente roseo per Handanovic e compagni. Il modo in cui gli uomini di Conte hanno strapazzato lo Shakhtar Donetsk in questa semifinale europea descrive la crescita di una squadra ormai cosciente della propria forza, versatile, capace di dominare l’avversario grazie ad una condizione fisica straripante e ad una serie di automatismi ormai rodati e consolidati. Un 5 – 0 che pone di diritto l’ Inter come la grande favorita per la vittoria dell’Europa League: l’ultimo ostacolo da superare nella finalissima di Colonia sarà il Siviglia, regina della competizione con ben cinque affermazioni all’attivo.
E se il risultato di per sé è già molto eloquente, il tabellino dei marcatori fornisce ulteriori indizi su come questa squadra sia evoluta anche in un momento così inoltrato dell’annata. Se non è certo una novità la doppietta di Romelu Lukaku (che arriva a 33 gol, stagione più prolifica di sempre per il gigante belga), il ritorno al gol di Lautaro Martinez, ancora a secco in questa edizione di Europa League, è un segnale estremamente incoraggiante per l’intero universo nerazzurro. Anche l’argentino la butta dentro per due volte, nella prima occasione addirittura di testa: non certo il marchio di fabbrica della casa, a riprova del fatto che sia la condizione fisica che quella mentale in questo momento sono massimali. L’altro gol porta invece la firma di D’Ambrosio, che irrobustisce la propria autorevolezza come esterno di destra della linea mediana: la rivalità con Candreva e Moses è vinta per manifesta superiorità. Una prestazione sontuosa, che catapulta l’ Inter alla prima finale europea dopo il trionfale successo del 2010 in Champions League.