Tanto tuonò che piovve. Si è arreso Josep Maria Bartomeu, ormai non più presidente del Barcellona. Si è dimesso con tutta la giunta dopo che la ‘Generalitat de Catalunya’ aveva respinto ogni tentativo di rinviare il voto di sfiducia del prossimo weekend al Camp Nou.
Sotto la sua gestione, durata poco meno di sei anni, il Barcellona ha vinto quattro campionati e altrettante coppe nazionali, due Supercoppe spagnole, una Champions League, una Supercoppa europea e un Mondiale per club. Ma è un gigante con i piedi d’argilla, con fatturati e debiti record, colpito nell’orgoglio dall’8-2 nella Champions dello scorso agosto per mano del Bayern Monaco. Il caso Messi della scorsa estate ha fatto il resto.
Prima di lasciare, Bartomeu ha sganciato una piccola bomba su tutto il calcio europeo. “Il comitato direttivo ha approvato ieri l’accettazione dei prerequisiti per partecipare a una futura Super lega europea tra squadre di club” ha detto.
E’ la prima pubblica ammissione del progetto che dovrebbe favorire i più grandi club europei. Anche questa decisione, comunque, sarà messa ai voti e dovrà essere approvata dalla maggioranza dei soci. Il progetto, sostenuto dai club più ricchi e vincenti d’Europa allettati dalle prospettive di guadagni crescenti, è osteggiato dalla UEFA e dalle leghe nazionali.
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Barcellona, si dimette la giunta: le conseguenze
Il direttivo del Barcellona sperava che la Generalitat conferisse le garanzie legali per rinviare il voto durante la pandemia, come aveva spiegato ieri in conferenza stampa. Ma alla fine si è sentito accerchiato e ha abbandonato la carica alla vigilia della sfida di Champions League a Torino contro la Juventus. La rivoluzione segnata dall’arrivo di Ronald Koeman in panchina al posto di Setien non è decollata, e la sconfitta nel Clasico non è certo un indizio incoraggiante.
Il prossimo passo per il futuro societario dei blaugrana sarà l’istituzione di un Comitato direttivo chiamato a sostituire il Consiglio d’Amministrazione. Lo presiederà Carles Tusquets, numero uno della Commissione economica e disciplinare.
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