Diego Armando Maradona si sarebbe potuto salvare secondo l’avvocato della sua ex infermiera. Pesanti le accuse rivolte ai medici dell’ex giocatore argentino
Giungono nuovi rumors sulle presunte cause del decesso di Diego Armando Maradona. Dalla Spagna, Marca, ha intervistato l’avvocato dell’ex infermiera del Pibe de Oro, Rodolfo Baqué, che ha puntato il dito contro i medici, difendendo l’operato della sua assistita.
I dubbi sulla morte dell’ex fuoriclasse argentino sono ancora numerosi. La magistratura argentina ha aperto un’inchiesta sui fatti del 25 novembre scorso, al punto da indagare anche Leonardo Luque, medico personale di Maradona. Il dottore potrebbe essere responsabile di omicidio colposo, elemento non sfuggito all’avvocato Baqué.
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Maradona, le critiche ai medici dell’ex calciatore
Nell’intervista rilasciata per la stampa spagnola, il legale ha dichiarato che: “Diego ha licenziato la sua infermiera perché era un impedimento per il suo consumo. Non poteva dargli nemmeno il farmaco, seguiva solamente le direttive del medico e della psichiatra“.
Buqué ha quindi aggiunto: “Maradona era un tossicodipendente. Prendeva pillole solo per la prescrizione psichiatrica. Questo gli faceva battere il cuore, che era sottoposto ad uno sforzo extra senza alcun controllo. Avrebbe potuto continuare a funzionare, ma è stato forzato da farmaci psichiatrici. Nessuno l’ha curato per questo, c’era sconsideratezza e negligenza“.
L’avvocato ha poi accusato: “Diego non aveva una casa dove andare dopo l’operazione. Oggi poteva essere vivo. Nessuno sa quando il suo battito ha iniziato ad accelerare e i responsabili sono sicuramente i medici curanti”. Rimangono dunque ancora molte incertezze intorno alla scomparsa della leggenda argentina e per questo serviranno ulteriori indagini.
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