Venticinque anni fa, la sentenza Bosman ha cambiato il calciomercato. La vicenda e i cinque grandi colpi a parametro zero
Veronique Rabiot, la madre di Adrien, si è ricordata di lui. Ha depositato sul suo conto 10 mila euro, perché se suo figlio ha risolto i legami complicati con il PSG per passare alla Juve è anche merito suo. Merito di Jean-Marc Bosman, protagonista dimenticato di una sentenza che ha venticinque anni fa ha cambiato il calcio.
La vicenda risale al 1990. Bosman è un calciatore belga, ingaggiato nel 1988 dal Royal Club di Liegi con cui stipula un contratto fino al 1990. Ad aprile gli viene proposto un nuovo contratto da 30 mila franchi belgi, il minimo sindacale (prima ne guadagnava 120 mila), che il calciatore rifiuta.
Sentenza Bosman, le tappe della vicenda
Finisce nella lista dei cedibili. L’indennità di trasferimento, la cifra da versare per acquistarlo anche in assenza del consenso del club, è fissata a 11.743.000 franchi belgi. Nessuna squadra si fa avanti, e Bosman contatta l’US Dunkerque, una squadra di serie B francese, che lo ingaggia per 100 mila franchi, con un premio di ingaggio di altri 900 mila franchi. I due club si accordano: il Dunquerque accetta di versare 1,2 milioni come indennità per il prestito con opzione irrevocabile per il trasferimento definitivo di 4,8 milioni.
Perché il contratto diventi effettivo, la Federazione belga deve inviare il transfer a quella francese entro il 2 agosto 1990. Il Liegi, però, dopo l’accordo, cambia idea: non è convinto che il Dunkerque possa pagare, e non richiede alla federazione i documenti necessari per il transfer.
La squadra sospende per azione illecita Bosman che avvia il procedimento legale. È convinto che la richiesta di una indennità di trasferimento da parte del Liegi, con cui non è più sotto contratto, costituisca un ostacolo alla sua libertà di circolazione. Il caso finisce alla Corte d’Appello di Liegi che rimanda, in via pregiudiziale, alla Corte di Giustizia Europea.
La storica sentenza del 1995 interpreta l’articolo 48 del Trattato di Maastricht e dà ragione a Bosman. Stabilisce che le associazioni sportive non possono introdurre norme restrittive agli spostamenti dei calciatori comunitari alla scadenza del contratto né imporre limiti al numero di giocatori cittadini di nazioni dell’UE utilizzabili dalle squadre. Dal 1995, il mondo del calcio conosce una nuova espressione: il trasferimento “a parametro zero”.
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I cinque grandi affari a parametro zero
Gli affari completati in questo modo si sono moltiplicati in questi venticinque anni. In Serie A, nel 2011 la Juventus ha ingaggiato a parametro zero Andrea Pirlo che in bianconero ha vinto quattro scudetti di fila e la Coppa Italia del 2015. “Penso che sia stato l’ingaggio del secolo” ha detto Gigi Buffon, come riporta la BBC.
L’ingaggio di Pirlo è uno dei cinque grandi trasferimenti a parametro zero nella storia del calcio. In questa antologia rientra anche l’arrivo di Robert Lewandowski dal Borussia Dortmund al Bayern Monaco nel 2014. Dopo 74 gol in 131 partite con i gialloneri, in Baviera mantiene una media strabiliante di poco inferiore a una rete a partita. Premiato come miglior calciatore del mondo nel 2020, è andato a segno 262 volte in 305 presenze con la maglia dei bavaresi.
Tra gli effetti della sentenza Bosman c’è anche uno dei più controversi trasferimenti nella storia della Premier League inglese, il passaggio del possente difensore Sol Campbell dal Tottenham all’Arsenal nel 2001, dove ha chiuso la sua esperienza segnando l’illusorio gol del vantaggio nella finale di Champions League 2006 persa contro il Barcellona.
Difficile non pensare, poi, a Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese è passato a parametro zero dal PSG (dopo 113 gol in 122 partite lungo quattro stagioni) al Manchester United. Poi, dopo l’infortunio del 2017, con la stessa formula si è trasferito ai Los Angeles Galaxy e da lì al Milan
Rilevante anche il passaggio, nel 2006, di Michael Ballack dal Bayern Monaco al Chelsea che batte la concorrenza del Real Madrid e del Manchester United. A parametro zero, infine, il Liverpool ha ingaggiato uno dei centrocampisti più versatili del calcio inglese, James Milner, dal Manchester City. Il ritorno al titolo dopo trent’anni è anche merito suo.