Mario Balotelli torna a parlare sui social con un pesante attacco al Grande Fratello e ad Alda D’Eusanio, accusata di razzismo. “Perché non è punibile a vita? Perché è meno grave di una bestemmia? Fuori da qualsiasi programma a vita”
Mario Balotelli torna a parlare sui social con un attacco al Grande Fratello. La vittima di turno è la concorrente Alda D’Eusanio, da poco entrata nella casa più spiata dagli italiani e già al centro di una bufera social. La conduttrice avrebbe utilizzato una espressione pesante che ha risollevato la questione razzismo in tv. Parlando con un altro concorrente, la D’Eusanio pare aver usato la parola “negro”, che già costò l’esclusione per Fausto Leali suscitando clamore e le ire di Enock, fratello di “Supermario”. Una espressione offensiva che ha scatenato l’ira dell’attaccante del Monza.
L’ex City si è sfogato su Instagram attaccando con forza la D’Eusanio e accusandola di razzismo. “Ho notato l’uscita di questa persona, la mia domanda è ovvia, perché queste persone esistono ancora”. E poi sempre sulla vicenda. “Perché fa ridere questa espressione e perché non è punibile a vita? Perché non è più grave di una bestemmia e non ci arrivate ancora?” Balotelli ha poi chiuso con forza, sempre su Instagram. “Fuori da tutti i programmi a vita”, il messaggio dell’attaccante ex Milan che sicuramente sarà al centro della puntata odierna del reality show.
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Balotelli e gli altri calciatori. I precedenti nella lotta al razzismo
Un calcio al razzismo. Fu quello il messaggio di Mario Balotelli che con una pallonata scagliata contro la curva del Verona manifestò tutto il suo disappunto su un tema caldo e purtroppo ancora attuale. Fu quel gesto, insieme alla minaccia di abbandonare il campo, a riaccendere i fari su un discorso che in Italia torna tristemente e spesso alla ribalta. Le sue parole rivolte al Grande Fratello e ad Alda D’Eusanio sono solo l’ultima uscita di un calciatore che è molto attivo sulle tematiche legate al razzismo e che è un vero simbolo della lotta alle discriminazioni. Anche molti suoi colleghi però fecero discutere per le reazioni in campo.
Nel 2000 Omolade, attaccante del Treviso, fu fischiato al suo ingresso in campo. Nella partita successiva i suoi compagni entrarono in campo con il volto dipinto di nero lanciando un messaggio storico e con una grandissima valenza sociale. Poi fu il turno di Zoro, che a San Siro con il suo Messina minacciò di lasciare il campo a causa degli insulti dagli spalti. Nel 2012 Ebagua mostrò il dito medio ai tifosi del Varese, mentre Roberto Carlos in Russia fu vittima di un lancio di banane e nello stesso periodo Niang, Boateng e Muntari furono vittime di diversi insulti da una minoranza di tifosi in una partita amichevole contro la Pro Partia.
I rossoneri lasciarono il campo denunciando una situazione triste e incredibilmente attuale. L’ultimo caso è proprio quello di Balotelli, che in più occasioni chiarì le difficoltà nello scendere in campo a Verona. Oggi un altro capitolo extracalcio, che però vede ancora impegnato l’attaccante in una lotta che anche la Fifa e la Uefa provano a rilanciare con forza dicendo no al razzismo.