In dito medio di Conte e gli insulti di Agnelli saranno ricordati come l’ennesimo capitolo di una rivalità infinita fra Juve e Inter. Dalle manette di Agnelli a Calciopoli, i due club continuano ad infiammare i tifosi.
Juve e Inter aggiungono un altro capitolo ad una rivalità che va avanti, dalle manette di Mourinho, al dito medio di Conte. Una storia che lega i club nei successi, ma intreccia due storie fatte di tanti episodi che hanno fatto scalpore. Ieri un nuovo capitolo, che ha visto protagonisti Agnelli e Conte. Il presidente ha usato frasi non del tutto amichevoli contro un tecnico che è stato lanciato dai bianconeri nella sua avventura in panchina. Una risposta ad un dito medio e una polemica proseguita davanti alle telecamere, che ha acceso l’ennesimo dibattito fra tifoserie acerrime nemiche. Prima di Conte fu Mourinho a rendersi protagonista davanti agli obiettivi. Era il 20 febbraio del 2010, e il portoghese dopo i due rossi nel primo tempo a Samuel e Cordoba incrociò le braccia facendo il segno delle manette.
Una reazione mai vista prima contro Tagliavento, accusato di aver penalizzato i nerazzurri nella corsa allo scudetto contro i bianconeri. Tre mesi prima l’allenatore si era sfogato davanti alle telecamere contro Saccani, colpevole di non aver sventolato un rosso a Felipe Melo. La storia è piena, anche prima di quella data, di scontri fra i due club. La madre delle rivalità è datata 1961. Invasione di campo dei tifosi nerazzurri e decisione della Caf che fece rigiocare il match. Umberto Agnelli era presidente della Figc, e Angelo Moratti decise di mandare in campo la squadra primavera, con conseguente sconfitta per 9-1.
Poi il caso più eclatante. Quello di Ronaldo. Squadre in lotta per il tricolore il 26 aprile del 1998. Ceccarini fa correre su un contatto fra “il fenomeno” e Iuliano senza assegnare il penalty, che concede poco dopo ai bianconeri. Del Piero trasforma e scoppia il caos con Gigi Simoni indemoniato in panchina e Moratti che non metterà più piede a Torino.
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Sono tanti, forse troppi gli episodi storici nella rivalità fra Juve e Inter, sfociata ieri negli insulti di Agnelli dopo il dito medio di Conte. L’attuale allenatore nerazzurro una volta fu anche espulso in campo in una gara che ha segnato la storia. Era il 18 ottobre del 2002 e Conte prese il rosso insieme a Morfeo. La Juve era in vantaggio grazie a Del Piero, ma Cuper al quinto minuto di recupero mandò in avanti Toldo che in mischia trovò una rete incredibile. Polemiche pesanti contro Collina, per una azione che i bianconeri reputarono fallosa.
Conte fu uno degli uomini più nervosi in campo, e anche ieri, a parti invertite, non è riuscito a placare la furia agonistica. Prima di lui Mourinho, e anche Gigi Simoni, mai dimenticato dalla tifoseria per il grande attaccamento al club. Dopo il famoso fallo su Ronaldo, e l’avvento di Calciopoli, l’allenatore in più occasioni ribadì che quell’episodio lasciò un ricordo triste e molte ombre su un periodo molto chiacchierato. Lo scandalo arrivò infatti qualche anno dopo segnando una delle pagine più brutte della Serie A, e contribuì ad alimentare una rivalità che al ritorno dei bianconeri nel massimo campionato si arricchì di un nuovo capitolo. La Juve dopo il purgatorio in Serie B si trovò davanti alla corazzata Inter. Vinsero i bianconeri, carichi dopo una vicenda che penalizzò e non poco il club piemontese. Il gol di Camoranesi però era in fuorigioco. Il dito medio di ieri è quindi l’ennesimo episodio in un racconto di calcio, che spesso però supera il limite. Non è di certo l’ultima pagina, perché Conte in questa stagione ha solo il campionato per dimostrare di essere un vincente anche a Milano, e il match di ritorno in Serie A sarà di sicuro infuocato.