Nella nuova formazione di Governo scelta da Draghi manca il Ministro dello sport e le reazioni nel mondo del calcio non mancano. Nell’anno olimpico l’assenza sembra pesante.
Il presidente del consiglio Mario Draghi ha letto ieri in conferenza stampa gli incarichi del nuovo Governo, e l’assenza del Ministro dello sport ha scatenato grosse reazioni. Nell’anno Olimpico questa decisione ha fatto crescere la preoccupazione degli addetti ai lavori e dei protagonisti del mondo sportivo, che vogliono capire chi sarà il successore di Spadafora in un momento molto delicato. Ne ha parlato in conferenza stampa Cesare Prandelli. “Credo che ci siano altri problemi e priorità importanti – ha dichiarato l’ex tecnico della nazionale – il mondo sportivo ha bisogno della gente, che in questo momento ha necessità di interventi”.
L’assenza del Dicastero dello Sport ha scatenato le associazioni e i commenti degli addetti ai lavori sui social. Manca il successore di Spadafora, che prese in mano il ministero nel Conte-bis. Con la manovra per i contributi ai lavoratori del mondo dello sport bloccata dopo il rinvio del Decreto ristori 5, e le scadenze nell’anno olimpico che ha già rischiato di far presentare l’Italia senza bandiera, l’incertezza genera preoccupazione. Al momento le strade sembrano essere due. La prima è che il nuovo ministro possa essere Fabiana Dadone, già scelta per le Politiche giovanili. La seconda porta alla delega consegnata a Roberto Garofoli, nuovo sottosegretario alla presidenza del Governo Draghi. La decisione spetterà al nuovo presidente del consiglio, ex cestista e maratoneta che tifoso della Roma e di Francesco Totti.
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Il nuovo governo Draghi è orfano di un Ministro dello Sport. Un incarico lasciato vacante da Spadafora dopo la formazione della nuova squadra e che ora fa discutere. Le reazioni del mondo sportivo sono tante e vanno ad alimentare le polemiche dopo la vicenda Coni-Governo che ha rischiato di far presentare l’Italia ai giochi senza bandiera. L’approvazione del “Decreto salva Olimpiadi” ha poi scongiurato la tremenda ipotesi di non vedere sventolare il tricolore ma non chiuso del tutto un capitolo che continua a generare incertezze.
L’approvazione del Governo Conte sull’autonomia del Coni chiuse di fatto la partita istituzionale restituendo agli sportivi italiani la possibilità di andare a Tokyo con il proprio nome e l’inno. Il cammino però è lungo, minato dalle problematiche legate al Covid e ora senza un Ministro dello sport. Una decisione che ha scatenato polemiche e che dovrebbe essere chiarita dopo il giuramento che si terrà oggi.