Il derby della Madonnina riporta alla mente il MilanInter, una fusione che fece la storia e disputò 22 partite durante la guerra e negli anni ’80. Racconti incredibili di divisioni sociali fra tifosi, che si trovarono però a tifare una sola squadra.
Il derby della Madonnina frena una città intera, la paralizza, blocca davanti alla tv milioni di tifosi, divisi fra sostenitori del Milan e dell’Inter. Una partita che vale forse più di uno scudetto, e che assume un valore maggiore quando il titolo è alla portata di entrambe. La storia è piena di aneddoti su uno fra i confronti in campo più affascinanti d’Europa, che spesso regala gol e emozioni, ed accende la rivalità in una città divisa in due. Eppure quei colori sociali diversi, quei modi di pensare il calcio, quelle filosofie differenti, si sono più volte unite. Sembra impensabile al giorno d’oggi riunire sotto un solo nome i calciatori della Lazio e della Roma, o del Torino e della Juve. O magari ancora di Sampdoria e Genoa.
Le due squadre che oggi si affronteranno a San Siro in un match che può decidere la corsa scudetto in passato lo fecero. E nacque il MilanInter. Erano gli anni in cui le distinzioni fra i tifosi della beneamata, appartenenti alle classi più abbienti, e i casciavìt, in milanese cacciaviti, sembravano nette e molto distanti. Così venivano chiamati sarcasticamente i sostenitori del Milan, per evidenziare l’estrazione operaia dalla quale arrivavano. Erano i tempi in cui la tifoseria nerazzurra arrivava allo stadio con la motoretta. I rivali invece in tram. E proprio per un blocco alla linea, fermata a causa delle insostenibili spese per mantenere l’energia nel dopoguerra, il Milan fu costretto a giocare all’Arena Civica, stadio facilmente raggiungibile da tutti.
Milan e Inter erano realtà diverse, forse anche più di quanti accade adesso, ma in 22 occasioni si riunirono sotto una sola maglia. E un nome condiviso. Il MilanInter fu un caso raro, irripetibile, che divise i tifosi più che unire, ma che mise insieme calciatori di straordinario talento, e tecnici che hanno fatto la storia del calcio in Italia e non solo. Come nel caso di Liedholm e Suarez.
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Quella squadra strana, forse assurda, fece il suo esordio nel 1926 contro una formazione tedesca. Più di 20 anni dopo fu riproposto il progetto in una sfida all’Austria Vienna, e con una maglia che riuniva i colori sociali di entrambe le squadre. Nel 1965 in panchina il MilanInter era addirittura allenato dall’incredibile coppia formata da Liedholm ed Herrera, che a fine partita, quasi convinto dalla qualità dei calciatori riuniti, dichiarò che quelle due formazioni stavano proprio bene insieme. Bella e particolare anche la divisa creata ad hoc nel 1969, quando quella strana fusione fra club affrontò il Lione. Sfondo bianco e strisce rosse, nere e azzurre. Un pezzo da collezione, unico, che potrebbe valere una fortuna.
Gli ultimi atti arrivarono nel 1980 e due anni dopo. Il calcio era cambiato, le divisioni fra tifosi più aspre e spesso sfociate in episodi violenti. Forse sarebbe stato impossibile riproporre la fusione, ma non fu così. Erano i primi anni ’80 e a San Siro il MilanInter affrontò il Bayern Monaco per raccogliere fondi da devolvere alle famiglie colpite dal terremoto in Irpinia. Due anni dopo invece quella squadra ospitò prima la nazionale polacca e poi quella peruviana. L’undici titolare era uno strano mix fra calciatori delle due squadre: Piotti, Canuti, Maldera, Fermanelli, Bachlechner, Venturi, Buriani, Prohaska, Jordan, Beccalossi, Altobelli. Una squadra che avrebbe potuto battere chiunque, nonostante i tanti calciatori assenti per rispondere alla convocazione per un’amichevole della nazionale azzurra.
Una fusione irripetibile, che il calcio moderno rende qualcosa di irrealizzabile. Pensate a Lukaku e Ibrahimovic insieme dopo la rissa sfiorata in Coppa Italia. Oppure a dover a scegliere fra Donnarumma e Handanovic. Imprese impossibili oggi, che appartengono ad un calcio magico. Quello di un passato che racconta aneddoti curiosi e a volte irrealizzabili. Quello del MilanInter, la squadra dei sogni.