Il gol di Muntari nel 2012 cambiò la storia scudetto, ma non c’era la Var a dare ragione al Milan. Fu forse il primo episodio che lanciò il dibattito sull’utilizzo in Serie A.
Nove anni fa in Serie A la classe arbitrale si trovo nel mirino delle critiche dopo il gol non dato a Muntari. Una rete netta, in un decisivo scontro fra Milan e Juventus che aprì poi la strada alla lunga serie di scudetti vinti dai bianconeri. Era la squadra di Conte, che contro i rossoneri provava a rincorrere gli avversari, avanti grazie ad un gol di Nocerino. Muntari colpisce di testa e segna la chiara rete del raddoppio, con la sfera dentro almeno un metro. La terna arbitrale non concede il gol e commette una svista stratosferica, in una gara che poi i bianconeri pareggiano involandosi verso il tricolore.
Non c’era ancora la Var, che sarebbe entrata nel calcio italiano solo 5 anni dopo, e quell’errore prese a sberle le ambizioni del Milan, costretto ad assistere alla festa della Juve a fine anno. Una scelta che fece tremare la classe arbitrale italiane e mise sotto accusa Tagliavento, ingannato dal tocco di Buffon e, ad onor del vero, non aiutato dai guardialinee. La Var avrebbe cambiato la storia di un campionato, ma dopo le partite delle italiane in Coppa, ci si chiede perché non sia spesso utilizzata in caso di dubbio.
La storia dei gol fantasma e delle scelte clamorosamente errate però è lunga. Prima del gol di Muntari ci fu un caso eclatante, forse il primo, nel 1966. In quell’anno il gol fantasma di Geoff Hurst decise ai supplementari la gara fra Inghilterra e Germania. Era la finale, contestatissima dai tedeschi che furono penalizzati sul gol del momentaneo 3-2.
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Ancora più eclatante del gol non dato a Muntari fu il gesto di Maradona con la maglia dell’Argentina. Contro gli Inglesi, in Messico, Diego segna con la mano il gol forse più contestato della storia. Alla fine l’albiceleste vincerà partita e Mondiali, ma con la Var forse quella discussa Coppa del Mondo non sarebbe volata in Sud America. Nel 1990 invece l’Argentina fu vittima di un contestato rigore per un fallo di Nestor Sensini su Rudi Völler. Rigore e gol per la Germania, in un episodio in cui l’arbitrò non applicò una regola non scritta ma che sta in cima all’operato dei direttori di gara: il buonsenso.
L’episodio di Turone in Roma-Juve torna sempre d’attualità, e quel gol con la Var avrebbe cambiato la storia di un campionato. Rete annullata per il romanista e scudetto alla Juve, che prima di quella gara, a soli 180 minuti dal termine, era solo un punto davanti ai giallorossi. Non fu solo il gol di Muntari quindi a riempire gli almanacchi di scelte discutibili. Incredibile quella di Byron Moreno, che negli ottavi di finale fra Italia e Corea del Sud, nel 2002, negò un gol chiarissimo a Tommasi per poi assegnare una rigore molto dubbio ai coreani.
La Var avrebbe potuto cambiare anche il corso del campionato 1997-98, rimasto negli almanacchi per il contatto fra Ronaldo e Iuliano, ma avrebbe potuto lanciare la Juve in Champions contro il Real, che vinse una finale con un gol di Mijatovic in netto fuorigioco nella stessa stagione. Il replay poi fu sempre con il Real, nella gara persa per un rigore dubbio su Lucas Vasquez. Fu il match della squalifica a Buffon e delle polemiche dell’Europa intera contro i Blancos.
Una storia lunga di episodi che la Var avrebbe potuto stravolgere. Il gol di Muntari però fu un episodio che alimentò le polemiche spingendo gli addetti ai lavori a considerare di inserire la moviola in campo. La storia è ormai nota, ma gli arbitri spesso preferiscono non rivedere i falli allo schermo. Un’abitudine che comunque alimenta le polemiche, come in Champions, dove le italiane hanno incassato una serie di decisioni molto discutibili.