La Juventus è al centro delle critiche per gli errori e i tanti rimpianti sul mercato: dall’addio di Marotta qualcosa è cambiato.
La Juventus non incide, paga gli errori della squadra e i tanti rimpianti per un mercato che non ha aiutato Andrea Pirlo. Quella di non prelevare una punta è stata forse una scelta condizionata dai bilanci già molto pesanti, ma a conti fatti i bianconeri stanno pagando i buchi in rosa. In attacco, dove Ronaldo è solo e non ama giocare da centravanti puro, ed in un centrocampo che è forse il meno brillante fra le big di Serie A. Il tutto si traduce in una classifica che allontana la vetta, e che dopo nove anni di dominio, potrebbe detronizzare i bianconeri in favore delle rivali.
Su tutte c’è l’Inter, che ha cambiato marcia dopo l’arrivo di Marotta. Dal suo approdo a Milano le strategie sono cambiate, e con esse i rimpianti in casa bianconera. Con Ausilio, l’ex Juve ha modificato gli obiettivi del mercato nerazzurro, ed ha provato in tutti i modi ad accontentare Conte. Ha brillantemente condotto le trattative Lukaku, Barella ed Hakimi, e con poche mosse, ma azzeccate, ha polverizzato il suo passato in bianconero.
Poco amato al suo arrivo all’Inter, Marotta ha convinto tutti. Complici i tanti errori della Juventus, la sua gestione è stata molto apprezzata dai tifosi nerazzurri, e le differenze rispetto ai bianconeri sono molte. Conte infatti si gode una serie di calciatori che in Europa vorrebbero tutti. Da Hakimi, forse il miglior esterno destro in circolazione, a Barella, su cui hanno messo le big d’Europa. Lukaku è inoltre il calciatore più decisivo della Serie A, e insieme a Lautaro Martinez ha formato una coppia che sta trascinando l’Inter ai vertici.
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Juventus, Marotta fa bella l’Inter: i colpi dell’Ad nerazzurro e i rimpianti bianconeri
Un cammino convincente quello di Marotta all’Inter, che si scontra con i problemi e i rimpianti in casa Juventus. La strategia è chiara. Spese ingenti solo per i calciatori chiesti da Conte, pochi svincolati, e pedine funzionali al campionato italiano. Si spiega così la crescita dell’Inter, che dopo il pari bianconero a Verona vede la meta più vicina. A Torino invece il lavoro di Paratici non sembra pagare. Marotta andò via per le divergenze sul caso Ronaldo, ritenuto un colpo troppo oneroso per il suo ex compagno di viaggio. Anche gli innesti di Rabiot e Ramsey hanno però aggiunto poco ai bianconeri ma molto, troppo, alla voce ingaggi.
La gestione del mercato è stata più che altro dettata da una legge sola. Centrare plusvalenze per non appesantire il club, a discapito forse degli equilibri in campo. Kulusevski e Chiesa sono ottimi calciatori, ma forse simili per caratteristiche, mentre a centrocampo, il reparto che più necessita di un restyling, è rimasto quasi tutto invariato. L’innesto di Arthur non ha finora dato gli effetti sperati, e gli obiettivi Locatelli e Aouar sono solo rimandati. Due strategie diverse quindi. Una azzeccata da Marotta, l’altra, quella di Paratici, che a conti fatti non sta del tutto pagando.
Gli equilibri li hanno quindi spostati gli ex bianconeri. Conte in panchina e Marotta nelle sedi del club. Un dato che aumenta i rimpianti e forse anche gli errori per Agnelli, che medita e lo farà con ancora più determinazione a fine anno. La rincorsa in Serie A sembra difficile, e la finale di Coppa Italia potrebbe essere solo un effetto placebo sui problemi bianconeri. Resta la Champions, obiettivo ancora vivo ma non semplice. Poi sarà il momento delle scelte, ma fino ad ora, i veri equilibri li ha spostati Beppe Marotta.