In Champions la speranza è l’Atalanta, appesa ad un filo contro il Real: la Serie A continua a rincorrere le big d’Europa, fra fallimenti e un sistema che non permette ai club di essere competitivi.
In Champions League la speranza italiana è l’Atalanta, unica squadra che può portare i club di Serie A ai quarti di finale. L’eliminazione della Juventus conferma le difficoltà delle italiane, che restano ancora indietro alle big d’Europa. È un dato oggettivo, confermato dai numeri, e da un cammino pieno di ombre e con poche luci per le squadre italiane. Il destino della Lazio è praticamente segnato dopo dopo il poker del Bayern all’andata, e il ko della Juve è la testimonianza che la Serie A non è ancora in grado di competere con le grandi in Coppa. Una vittoria amara quella dei bianconeri, incapaci di fiutare l’opportunità di chiudere immediatamente i conti, proprio come successo all’andata ai bavaresi e anche al Psg. Due squadre che hanno colpito al momento giusto, senza rimandare i discorsi e con l’atteggiamento di chi è consapevole di poter arrivare fino in fondo.
Spera solo l’Atalanta quindi in Champions, e nonostante sia necessaria una vera e propria impresa, la dea è l’unica vera squadra Europea, capace di attaccare senza temere l’avversario, e in grado di poter ribaltare il risultato. Contro il Barcellona il Psg ha infatti dimostrato che non conta difendere o gestire, ma mostrarsi superiori senza timore. Stesso atteggiamento del Bayern, ma anche del Liverpool, che in campionato è all’ottavo posto, mentre in Europa, all’andata e in casa Lipsia, ha ipotecato il passaggio con un secco 2-0.
Manca questo alla Juventus, ma in generale alle italiane, forse più abili a gestire le competizioni lunghe che gli scontri diretti. Un dato su cui riflettere che manifesta il livello del calcio nelle altre nazioni. L’Atalanta è la squadra più “Europea” d’Italia, e le speranze sono appese ad un club che dovrà tentare di fare uno scherzo al Real.
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Per il terzo anno consecutivo la Juventus abbandona la Champions agli ottavi. È ormai lo spartiacque nelle ambizioni dei club italiani che in Europa pagano un atteggiamento spesso remissivo e non riescono ad imporre il proprio gioco. L’Inter ha chiuso al quarto posto in un girone non impossibile da superare, la Lazio è già con un piede e mezzo fuori, e la Juventus è per il terzo anno consecutivo fuori dalle prime 8 della competizione. Resta l’Atalanta, che ha forse un atteggiamento diverso rispetto alle altre italiane.
La squadra di Gasperini riesce ad esprimere un calcio propositivo, e per il secondo anno potrebbe essere l’unica speranza italiana. Lo sa bene la Juventus che paga colpe ormai chiare. Difficile imputare a Pirlo tutti gli errori visti ieri. I bianconeri hanno operato sul mercato senza una linea chiara, hanno molti “doppioni” in rosa, e non sono stati in grado, nonostante i nomi importanti, di creare un gruppo in grado di ritrovare smalto in Europa. I bianconeri rimpiangono Allegri, uno specialista nella Champions mandato via troppo in fretta, e riflettono sul futuro di una squadra che non riesce a superare gli ottavi da tre stagioni.
Resta quindi l’Atalanta, che è l’unica in grado di giocare a viso aperto. Non lo fa l’Inter, che probabilmente vincerà lo scudetto con merito ma senza aver mai dato spettacolo. Non ci è riuscita la Juventus, intrappolata in un modo di giocare non ancora vincente, e non lo ha fatto la Lazio. Ecco perché le italiane pagano dazio. In Champions i fattori che premiano i club sono al momento due. L’organizzazione e la voglia di giocare senza paura e in maniera offensiva.
Lo ha spiegato al mondo il Psg con il poker al Barcellona, lo mette in mostra il Bayern e lo ha confermato il Liverpool. Ora tocca all’Atalanta, che tenta l’impresa con il Real. Ci spera una nazione intera, che continua a litigare sui recuperi, per i tamponi e per i diritti tv, mentre in Europa festeggiano le altre. Un dato su cui riflettere, per tornare competitivi in un Coppa che ormai sembra una chimera per i club italiani.