Pirlo crede nella conferma e rispedisce al mittente le voci di un possibile esonero: i sostituti però bussano forte alla porta della Juventus.
La Juventus di Andrea Pirlo non è riuscita a superare un Porto rimasto in 10 per 70 minuti, ma il tecnico allontana le voci di un possibile esonero e i nomi dei possibili sostituti. Lo ha fatto nell’amaro post partita che ha visto la sua squadra salutare l’Europa. Da solo, perché i dirigenti non hanno commentato l’estromissione dalla Champions. Una prova, quella dei bianconeri, che ha mostrato i consueti limiti e la solita incapacità di chiudere i match. Dopo un brutto primo tempo la reazione non è bastata per superare una squadra agonisticamente cattiva, ma indubbiamente meno attrezzata di quella bianconera.
Nuovo processo mediatico quindi per Pirlo, che paga colpe anche non sue, ma che torna al centro della critica e delle voci di un esonero. I sostituti bussano forte, e la sua dichiarazione testimonia nervosismo e forse anche qualche preoccupazione. Dopo i 120 minuti all’Allianz Stadium, l’allenatore ha confessato di aver sentito Agnelli, e di aver ricevuto rassicurazioni su un progetto che sta iniziando. Farlo forse nel momento più basso della stagione non sembra una scelta azzeccata, ma dettata più dalla necessità di blindare la propria posizione.
Una dichiarazione che ha fatto discutere, anche perché in casa Juventus sarebbe più utile riflettere sui motivi dell’esclusione dalla Champions, e non ragionare su un futuro che con queste basi non sembra essere promettente. La difesa va svecchiata e non è poi così impeccabile, il centrocampo è fra i meno competitivi nelle 16 squadre giunte alle fasi finali. E poi c’è Ronaldo, che ieri è sembrato un pesce fuor d’acqua.
Le analisi del post partita sembrano quasi un peccato di lesa maestà nei confronti di protagonisti che hanno vinto molto, ma i numeri parlano, e l’esperienza di Pirlo è al centro del dibattito per l’ennesima volta in questa stagione. L’esonero al momento lo ha allontanato solo lui, ma la Juve riflette, perché i sostituti non mancano, e i nomi sono altisonanti.
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Pirlo è nuovamente sul banco degli imputati, ma la Juventus sa che le colpe sono condivise, e nonostante una serie di possibili sostituti dai nomi altisonanti, non è intenzionata ad esonerarlo. Almeno non adesso. Il tecnico prova a rincorrere in Serie A, ma è un affare duro che potrebbe anche delineare il suo futuro in bianconero. Serve un impresa, perché “l’auto conferma” arrivata ieri dopo il match non ha convinto. Che ci sia un progetto condiviso è vero, lo ha dimostrato Agnelli che vorrebbe confermare Paratici e Nedved e ripartire dall’ex centrocampista.
Alla Juventus però contano i risultati, e l’impressione è che dall’addio di Allegri, Sarri e Pirlo non sono riusciti a dare alla squadra una dimensione Europea. Proprio per questo il nome di Allegri torna di moda. E’ un grande rimpianto, ha saputo uscire di scena con poche parole, ma i messaggi ad Agnelli sono arrivati dal campo. Nessuno come lui, almeno negli ultimi 20 anni in una Juve che riflette.
Poi ci sarebbe il sogno Zidane. I tifosi chiamano a gran voce un calciatore che ha acceso l’entusiasmo, e che da tecnico ha già vinto tutto. Il suo legame con il Real Madrid non è così forte e le voci di un interesse di Florentino Perez per Mourinho potrebbero sancire l’addio. Pirlo intanto si conferma, e solo lui e Agnelli conoscono la verità. Zidane e Allegri però rappresentano un messaggio ai tifosi e ai calciatori, e i loro palmares potrebbero stuzzicare il club bianconero.