Nazionali, la base sta in panchina. E delle grandi del calcio europeo la Germania deve stabilire il suo futuro
Le grandi del calcio europeo hanno bisogno di un tecnico forte. Le nazionali, in questo momento, dimostrano che mai come ora una guida tecnica capace sia necessaria per lo sviluppo di gioco e per i sogni di gloria. La prova più evidente è l’Italia, passata da un tecnico entrato nella storia per il fallimento (ovvero Gianpiero Ventura) a un mister che ha ridato l’entusiasmo, come Roberto Mancini.
Quest’ultimo si è ritrovato dinnanzi alle macerie calcistiche, aveva in mano una nazionale che non aveva segnato un gol alla Svezia in 180 minuti di spareggio mondiale. Un’Italia spaventata, incapace di fare gioco e punti contro le grandi, senza un progetto tecnico e nemmeno di organizzazione federale.
Con l’avvento del tecnico di Jesi sono arrivati i risultati, il bel gioco ma soprattutto l’affetto verso il club Italia, cosa che mancava da tempo. Perché quando non si hanno campioni, bisogna costruirli e vedere lungo. Mancini convocò l’allora esordiente assoluto Nicolò Zaniolo, così come diede fiducia a giovani che quasi stentavano in Under 21. E il filotto di vittorie, la concretezza, la voglia di stare insieme hanno avuto la meglio. Probabilmente era dai tempi di Marcello Lippi – o di Antonio Conte – che c’era una Nazionale italiana convinta dei propri mezzi. Merito dunque di Mancini.
Le altre come stanno messe?
Parlando di team nazionali, quella messa meglio è la selezione francese. Didier Deschamps dal 2012 ha costruito pian piano un giocattolo praticamente perfetto. L’impressione dei blues proviene soprattutto guardando il centrocampo: se Camavinga è ancora relegato in Under 21, vuol dire che la mediana dei Pogba e Kantè è la migliore del mondo. Per Deschamps un riscatto nazionale, dopo una carriera da tecnico di club con varie tinte. Dalla finale di Coppa Campioni al Monaco, alla sfida della Serie B con la Juventus: si dimise avendo già intuito che non avrebbe avuto un mercato fenomenale l’anno dopo.
La Spagna si ritrova con Luis Enrique. Che prese il posto in panchina dopo il balletto imbarazzante del mondiale russo, quando Fernando Hierro fu un tecnico traghettatore in una competizione mondiale, mai vista una roba del genere. L’ex tecnico della Roma lasciò il posto il 19 giugno 2019 al suo vice Roberto Moreno, tornando poi il 19 novembre di quell’anno: in mezzo un grave lutto familiare.
La Germania dovrà ripartire da dopo Joachim Löw. Il tecnico vinse il Mondiale del 2014, fu vice di Jurgen Klismann nella kermesse casalinga e, dopo anni, lascerà i tedeschi: Lothar Matthaus si è già autocandidato. Il Portogallo di Cristiano Ronaldo ha in Fernando Santos una guida stabile: dove si potrà mai trovare un altro tecnico che ha vinto gli ultimi Europei con sei pareggi su sette gare?