Lichtsteiner dalla fascia al… tavolo. Cambia vita l’ex terzino – VIDEO

Stephan Lichtsteiner ora è un apprendista orologio, cambiano tante cose dalla fascia al tirocinio.

Passare da un campo di calcio a un tavolo di un laboratorio deve essere quanto di più opposto ci sia. Soprattutto se immaginiamo in questo momento un esterno, che ha passato buona parte della carriera a correre su una fascia. Nel caso di Stephan Lichtsteiner, invece, tutto ciò è realtà. La notizia dell’ex terzino di Lazio e Juventus, nonché della nazionale svizzera, alle prese con gli orologi, sicuramente è qualcosa di alquanto singolare nel panorama europeo.

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L’ex difensore fa così uno strano percorso, ma non per questo meno stimolante. D’altronde, a fine carriera per i calciatori è sempre utile mantener vivo altre passioni. Non tutti, infatti, scelgono di restare nel mondo del calcio ed è anche particolare notare l’evolversi della vita di chi immaginiamo sempre in pantaloncini.

Lichtsteiner ha scelto gli orologi per essere felice. In una terra dove la precisione è tutto, questo mestiere di orologiaio è sicuramente tra i più pregiati e che rimanda alla tradizione. La precisione, l’arte e l’abilità di entrare negli ingranaggi è un qualcosa di difficile che si apprende man mano, facendo pratica. Anche con tanta pazienza e meticolosità, elementi necessari per svolgere al meglio un lavoro diventato di nicchia.

Il turbo sulla fascia, la lentezza nelle mani

Lichtsteiner in campo - Getty Images
La rudezza di Stephan Lichtsteiner: chi l’avrebbe mai immaginato orologiaio? Getty Images

Il difensore non era un uomo dal piede leggero nei campi di calcio. Rude, appassionato, lontano parente del classico immaginario dello svizzero. Ha lottato sulla fascia destra spesso da difensore a quattro oppure come esterno destro in un centrocampo a cinque, dimostrandosi anche decisivo in alcune partite fondamentali.

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L’arrivo alla Lazio ne fece quasi subito un beniamino della curva, che ne apprezzò subito il temperamento spavaldo. Arrivato in sordina, prese subito la proprietà della fascia destra, dimostrandosi soprattutto un grande assist man in un periodo di equilibrio incerto.

Nella stagione 2011-2012 l’intuizione arriva dall’accoppiata Antonio Conte-Beppe Marotta. Serviva un elemento sulla destra in grado di creare superiorità numerica e lo svizzero era l’ideale. In bianconero fu subito amore, qualche gol importante commentato anche… con accento romano (disse il tormentone di Nando Martellone in un’intervista). Era un elemento prezioso, ma soprattutto paziente: sentire le urla di Conte per metà gara sulla fascia delle panchine non deve esser stato facile.

Un giocatore di valore e carisma, che ha portato poi anche nella nazionale svizzera, giocando europei e mondiali sempre con il suo classico temperamento.

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L’addio poi alla Juventus è stato poi come il suo arrivo: senza troppi proclami. Il popolo bianconero lo ricorda ancora con affetto e chissà se arriveranno degli ordini per gli orologi creati da Stephan Lichtsteiner. Una nuova e insolita fase della vita lo attende, il calcio – in fondo – può esser sempre guardato dalla tv, e di questi tempo è anche più sicuro così.

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