Fabio Grosso ha le ultime chance da allenatore. Nonostante la sua vita da mister non è iniziata da moltissimo.
Grosso a un bivio. Frosinone è diventata quasi l’ultima chance del mister, un tempo eroe del mondiale tedesco. Dopo quindici anni dalla gloria, c’è il lavoro in Ciociaria nel tentare di risollevare una squadra condotta da un altro ex iridato, ovvero Alessandro Nesta.
Grosso ha firmato un contratto per la fine della stagione, in pratica sarà allenatore del Frosinone per otto gare se non ci saranno i playoff. Che potranno essere conquistati, ma ci dovrà essere una gran riscossa che i gialloblu non sono in grado oggettivamente di compiere. È una rosa che può fare un buon campionato di Serie B, ma non puntare alla promozione.
I gialloblu ripartono da Grosso, otto gare per dimostrare di essere un tecnico innovativo, come era ai tempi della Juventus primavera. In cui fu trainer per tre stagioni e mezzo, con un bilancio di 63 vittorie, 9 pareggi e 20 sconfitte. Tanto che entrò nelle grazie di parecchi club, rifiutando la panchina del Crotone neopromosso in Serie A per rimanere ancora una stagione in bianconero.
Uscito dal “cappello protettivo” di Vinovo, si è ritrovato nel mondo della Serie B, un campionato di burrasca, grandi piazze e capovolgimenti di fronte. Un torneo che spesso può portare alle stelle ma anche alle stalle in pochi attimi.
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A Bari fu la prima esperienza da tecnico nel professionismo, l’esonero dai pugliesi arrivò dopo l’eliminazione ai playoff. Il rapporto era già logoro con i tifosi, che non gli perdonarono alcuni atteggiamenti di un Bari troppo lezioso. L’anno successivo a Verona, sembrava potesse conquistare la promozione. Subentrato dopo i due anni di Fabio Pecchia, fu esonerato praticamente a un tiro di schioppo dal fare gli spareggi promozione.
Il suo sostituto, ovvero Alfredo Aglietti, nonostante tutto riuscì a stravolgere i pronostici, battendo il Cittadella e conquistato all’ultimo tuffo la Serie A.
Quasi a sorprese, invece, fu il salto nella massima serie di Grosso. Massimo Cellino lo scelse a Brescia nel post Corini, Grosso come prima scelta mise fuori squadra Mario Balotelli. Collezionò tre gare e tre sconfitte, il Brescia rimase ultimo e Grosso fu esonerato.
Il riscatto in Svizzera non è stato eccellente, nel Sion ha allenato sino a qualche settimana fa, dove ha conquistato solo quattro vittorie, dieci pareggi e nove sconfitte, prima dell’addio.
Ora si ritroverà un Frosinone da work in progress, da rifondare prossimamente se deve ritornare a essere una squadra da promozione. Grosso dovrà ridare animo a un ambiente scoraggiato, è stato in ballottaggio per la panchina con Gian Piero Ventura e deve dimostrare di avere idee innovative. Un finale in crescendo potrebbe valere una riconferma. Un finale noioso, invece, l’aggiornamento del curriculum.