L’Europeo Under 21 metterà difronte Italia e Spagna, in un match che spesso ha svelato al mondo tanti talenti: come nel 1986, anno in cui la squadra di Vicini sembrava davvero imbattibile e nel 1996, quando l’impresa azzurra fu storica.
Fascino, talento, qualità. Italia e Spagna nei loro incroci hanno sempre dato vita a partite tirate e coinvolgenti. Non solo nella nazionale maggiore ma anche in Under 21. Gli azzurrini, decimati da infortuni e squalifiche, si troveranno al cospetto stasera di una squadra di grande valore, e dovranno cercare di capitalizzare al massimo lo sforzo per andare avanti nell’Europeo. Un compito difficile, ma non impossibile, perché quando l’azzurro incontra il rosso fuoco degli spagnoli, vince sempre lo spettacolo.
Fu storica infatti la partita fra Italia e Spagna del 1996, ma anche la doppia finale del 1986. Era la nazionale di Azeglio Vicini, poi commissario tecnico della squadra maggiore. Un concentrato di potenza e qualità, ma soprattutto una squadra che poi andò a riempire le schiere dei migliori club di Serie A e della grande squadra di Italia ’90.
Era l’undici guidato da Zenga in porta, baluardo insuperabile difeso da 4 grandi interpreti del ruolo. Era la squadra del principe Giannini e di Vialli e Mancini, ma soprattutto fu un collettivo che provò a riportare l’Italia sul tetto dell’Europa, e diede vita ad un doppio confronto in finale accesso e ricco di grandi giocate. Una battaglia vera e propria con la Spagna, che già era fucina di talenti e ambasciatrice di un calcio di qualità, tocchi di prima e tanta geometria.
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Under 21, Italia-Spagna del 1986: la squadra di Vialli e Mancini, che aveva fame di volare in alto
Le due squadre erano scelte per completare la missione. Vincere l’Europeo nel doppio confronto. In un “Flaminio” stracolmo l’andata fu una battaglia vera. Spagna in vantaggio con Ramon Calderè dopo una serie incredibile di iniziative e l’assist di Paco Llorente, papà di Marcos dell’Atletico Madrid e nipote di Francisco Gento. Era il match d’andata, e fu una prova di carattere e qualità. L’Italia pagò il contropiede spagnolo ma poi fu capace di reagire con due reti meravigliose. Francini colpì una traversa di testa, e dopo la pausa negli spogliatoi arrivò prima il pari di Vialli e poi la gemma di Giannini. Una punizione spettacolare sotto l’incrocio dei pali, imprendibile per Ablanedo, vero protagonista del doppio confronto.
Il ritorno fu giocato a Valladolid, e le furie rosse passarono in vantaggio con Eloy. Il pari fu un capolavoro di forza da parte di Francini, che su una punizione di Donadoni anticipò tutti indirizzando la palla di testa all’angolo basso. Era la squadra di Vialli, Mancini, De Napoli, Zenga, e ancora di Ferri, Matteoli e Desideri. Un collettivo che passò in fretta nella nazionale maggiore, ma che in quella sera di Valladolid fu baciato dalla sfortuna. A pochi minuti dal termine infatti Roberto trovò il punto del 2-1, che porto le squadre ai rigori in un doppio confronto equilibratissimo.
Per l’Italia sbagliarono in fila Giannini, Desideri e Baroni. La Spagna invece superò Zenga e festeggiò il successo all’Europeo. Fu una sconfitta amara, ma quel gruppo fu la spina dorsale della nazionale di Italia ’90.
Under 21, l’impresa dell’Italia contro le furie rosse nel 1996
Dieci anni dopo il 1986 le due squadre si ritrovarono in finale: era il 1996, e si finì di nuovo ai rigori. Cesare Maldini fu costretto a rinunciare nella fase finale a Vieri e Inzaghi, ma nelle due squadre il quantitativo di talento era clamoroso. Era l’Italia di Pagotto con Buffon in panchina, e Cannavaro, Nesta, Fresi, Panucci e Galante in difesa. La mediana era gestita da Tommasi, con Brambilla e Ametrano, mentre in attacco un giovanissimo Francesco Totti era già pronto a diventare campione, con al fianco Lorenzo Amoruso, poi espulso in quella finale.
Maldini decise di togliere anche Totti mandando in campo Morfeo e provando a resistere senza punte. E ci riuscì. Nei supplementari viene espulso anche Ametrano, ma l’Italia non incassa gol e resiste ad una squadra guidata da De la Peña, Mendieta e soprattutto Raúl González Blanco.
Si va ai rigori, e Panucci sbaglia ma fa lo stesso un avversario. Il resto della sequenza è storia. Fresi, Pistone, Nesta e Morfeo vanno a bersaglio, mentre l’errore decisivo per la Spagna è proprio di Raúl. E’ festa grande ed impresa per una nazionale che rivendica quanto perso dieci anni prima.