Il Livorno è in pieno caos. Punti di penalizzazione, il concreto rischio di scomparire dal panorama calcistico, e l’ultimo posto in Serie C. Quasi siamo ai titoli di coda nel professionismo per gli amaranto di Toscana.
Le sorti del Livorno preoccupano i tifosi toscani ma anche quelli di tutta Italia. Il Livorno è stato protagonista dell’ultimo ventennio calcistico, occupando pagine interessanti anche europee sino a diventare una sorta di squadra che attende solo di staccare la spina.
Le difficoltà societarie sono cresciute nel corso del tempo, sino ad arrivare ai tempi odierni con un quadro dirigenziale di difficile interpretazione e una rosa che attende solo la fine del campionato. Una rosa che probabilmente, se sarà questo l’andazzo, andrà in regime di svincolo o cercherà di uscire da questa situazione.
Non è la prima squadra a soffrire in Serie C, anche la Sambenedettese non vive il miglior momento della sua vita calcistica, altre ancora si sono ritirate a stagione in corso. Il covid entra fino a un certo punto, tante difficoltà vengono portate all’esasperate all’inverosimile. Non si trova il momento giusto di vendere una squadra, la si porta all’apatia per poi mettere il panico nei tifosi, quelli che soffrono sempre di più.
Per i livornesi correre il rischio di vedere la loro squadra a giocare nei campi di provincia mette il brivido, soprattutto se consideriamo che quindici anni fa respirava aria di Europa. Anche con giocatori e tecnici di un certo spessore.
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Il Livorno, nei primi anni Duemila, è stato un laboratorio efficace con storie di calcio a 360 gradi. Ottenne la promozione con Walter Mazzarri in panchina, un campione del Mondo come Marco Amelia, un giovane poi maturatissimo come Giorgio Chiellini e la coppia terribile formata da Igor Protti e Cristiano Lucarelli.
Il primo aveva vinto la classifica dei capocannonieri in A, B e C (un record, tutt’oggi), il secondo aveva rinunciato al famoso miliardo per tornare a casa. Anche nella massima serie, il Livorno fu una squadra di grande intensità, schierata con un 3-5-2 che mise in difficoltà gli avversari. Lanciò ed… esonerò un tecnico come Roberto Donadoni, e diede a Carlo Mazzone la chance di chiudere la carriera a 797 panchine.
Proprio in quella stagione, causa calciopoli, maturò l’ingresso in Coppa Uefa, e il Livorno la giocò con buona tenacia, ottenendo anche risultati di prestigio.
Poi il calo e un ascensore tra la Serie A e la Serie B, tra giocatori tornati troppo tardi, giovani non troppo efficaci e talenti maturati come Alessandro Diamanti, un sinistro da urlo e tanto altro.
Ora, l’inferno della Serie C, ma il rischio è di scavare ancora più in basso. Non a caso, una pagina di tifosi su facebook si chiama “Masochismo amaranto”, forse il titolo perfetto per raccontare le gesta degli ultimi mesi dalle parti dell’Ardenza.