31 marzo: gli esordi in Nazionale di Paolo Maldini e Totò Schillaci

Una data significativa quella del 31 marzo, che segna gli esordi in Nazionale di Paolo Maldini e Totò Schillaci.

E’ il 1988, Azeglio Vicini, commissario tecnico della Nazionale italiana, convoca per la gara di Spalato con la Jugoslavia di Savicevic  e Stojkovic, un promettente 19enne che già ben figurato nel nostro campionato nelle fila del Milan . Di nome fa Paolo, di cognome Maldini. Figlio d’arte, suo padre Cesare ha vinto praticamente tutto in maglia rossonera. E’ il 31 marzo, e cosi come sarà per Totò Schillaci quella data, Maldini la ricorderà per sempre.

Due anni dopi, è il 31 marzo del 1990, toccherà proprio a Totò Schillaci, nello stesso giorno di Paolo Maldini due anni prima, l’esordio in Nazionale, sempre con Azeglio Vicini, a Basilea, contro la Svizzera. Schillaci, messinese d’origine, gioca per la Juventus, uno dei quegli attaccanti che insomma non ti aspetti, di quelli che non pagano alcuno scotto nel passare da una serie all’altra, da una categoria all’altra. Pochi mesi dopo, le sue notti magiche incanteranno l’Italia.

Leggi anche >>> Turchia, la nazionale avverte l’Italia: a Euro 2021 ci sarà da lottare

Leggi anche >>> Toloi, dall’Atalanta alla nazionale: il nuovo jolly difensivo di Mancini

31 marzo: Maldini e Schillaci fanno il loro esordio in Nazionale, due storie completamente diverse

Paolo Maldini
Paolo Maldini Nazionale (GettyImages)

Paolo Maldini e Totò Schillaci accomunati da una data, il 31 marzo, giorno della loro prima presenza in Nazionale. A due anni di distanza l’uno dall’altro, 1988 per Maldini, 1990 per Schillaci. Il destino, però, ha riservato due diverse storie ai compagni di squadra ai Mondiali del 1990. Carriera ricca di soddisfazioni nel Milan e nella nazionale, con una finale mondiale conquistata nel 1994 ed un europea nel 2000 per Paolo Maldini. Entrambe purtroppo perse.

Per Totò Schillaci, invece, l’esperienza con la Nazionale di limiterà a quel Mondiale italiano, in cui Paolo Maldini era suo compagno di squadra. Dopo la Juve ci sarà l’Inter per l’attaccante siciliano, esperienza per la verità priva di alcuna soddisfazione professionale. Poi l’esperienza giapponese ed un addio al calcio passato quasi in sordina. Due calciatori, due destini, una sola data, impressa per sempre nella propria mente, il 31 marzo.

Gestione cookie