Italia, debutta Toloi: i migliori oriundi e i flop in nazionale

L’Italia e gli oriundi, una storia in cui entra di diritto Toloi, e che ha arricchito la nazionale di tanti calciatori brillanti ma anche di tanti flop: fra i migliori c’è Camoranesi, mentre per altri…

La parola oriundo è legata da quasi 100 anni alla storia della nazionale azzurra. Era il 1926 quando l’argentino Julio Libonatti fu convocato con l’Italia, che da quel momento in poi, ha aperto le porte della nazionale ai calciatori in arrivo dal Sudamerica. Un intreccio che ha connesso il calcio alla storia di un paese legato all’America Latina, meta di tanti italiani che cercavano fortuna lontano da casa ma spesso di ritorno per rispondere alle convocazioni.  I tecnici azzurri hanno più volte pescato fra i calciatori nati in Argentina. O in Brasile e in Uruguay. E lo hanno fatto con fortune alterne.

L’ultimo è Toloi, in una squadra che all’Europeo avrà il suo faro in Jorginho e in cui c’è anche Emerson Palmieri. In passato però furono molti i calciatori a trovare fortuna e successi con gli azzurri. Su tutti Mauro Camoranesi. Campione del mondo con Lippi ed elemento cardine della Juventus. Lo portò in nazionale Trapattoni, dopo il disinteresse dell’Argentina che se ne pentì. Prima di lui fu anche il turno di Thiago Motta. L’ex Genoa e Inter fu capace di mettere insieme 30 presenze, due Europei e un Mondiale.

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Oriundi d’Italia, top e flop: da Sivori ed Orsi ad Amauri

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Oriundi d’Italia, Sivori fra i migliori (Getty Images)

Fra i primi, uno dei più famosi fu Renato Cesarini, al cui cognome è legata la parola “zona”, che gli fu cucita addosso dopo un gol nel recupero. Nacque a Sinigallia ma la famiglia si trasferì in Argentina. Lui tornò per approdare alla Juventus e vestire la maglia azzurra. Con 11 presenze e 3 reti. Fra i più prolifici invece ci fu Omar Sivori, che per un periodo giocò per l’Italia e mise insieme ben 8 gol in 9 presenze. Lo stesso accadde ad Altafini, con 5 centri in 6 occasioni.

Il migliore, tornando indietro nel tempo, fu Raimundo Orsi, che di reti ne segnò 13, ma anche Enrique Guaita fu prezioso con i suoi 5 sigilli. Tornando ai tempi moderni invece Daniel Osvaldo mise insieme 11 gettoni di presenza e 4 gol, mentre Eder in 26 occasioni ha vestito la maglia della nazionale con 5 reti. Storie di calciatori che hanno reso grande l’Italia. Ma anche di clamorosi flop.

Italia, gli oriundi in nazionale: spesso fra i migliori, ma quanti flop

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Amauri, fra i flop negli oriundi scelti per l’Italia (Getty Imeges)

Se Mauro Camoranesi è il calciatore più presente e vincente fra gli oriundi in Italia, c’è  anche chi ha fatto flop. Ad esempio Amauri, approdato alla Juventus per cambiare volto alla squadra senza grossi risultati. Fu convocato anche con gli azzurri da Prandelli, e si scatenò una vera e propria battaglia mediatica. Pazzini accusò la Federazione perché Amauri non era italiano ma prese il passaporto per matrimonio. Il risultato? Una sola presenza, senza reti. Lo stesso è accaduto a Pablo Ledesma. Una vita in Serie A ed una chiamata per una sola presenza. Anche Romulo, fu convocato da Prandelli e addirittura scelto per la preselezione ai mondiali. Nulla di fatto, anche lui accantonato ben presto.

Per Gabriel Paletta invece le occasioni con l’Italia sono state 3, senza grossi spunti. Curioso invece il caso di Franco Vazquez. “El mudo” fu scelto ma dichiarò di non sentirsi italiano. Non un buon esordio, neanche in campo per l’ex del Palermo. Con l’Italia ebbe spazio anche Ezequiel Schelotto. Un solo gettone di presenza nel 2012 in una amichevole e poi nient’altro. Toloi è l’ultimo degli oriundi convocati in Italia. La storia ha premiato le scelte dei ct ma è piena di grandi flop. l difensore della Dea avrà poche occasioni per meritarsi lo spazio con Roberto Mancini.

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