Il Verona ha raggiunto gli obiettivi con grande anticipo. Salvezza senza problemi, un gioco corale e una valutazione importante per i giocatori della rosa. Ora cosa farà Ivan Juric?
Ripartire con le idee chiare. Dopo due salvezze consecutive, raggiunte senza alcun patema, c’è ora il mistero su come il Verona cercherà di ripartire. È innegabile che dopo questa stagione, in molti faranno le valigie: non per demeriti, anzi, proprio per raggiungere altri lidi più dorati. Frutto di un buon se non ottimo mercato, di un allenatore capace e di un ambiente che non ha messo pressione. Il Verona è tornato quasi quello di trent’anni fa, quando era diventata la squadra provinciale più forte di Italia.
I paragoni con il gruppo di Osvaldo Bagnoli lasciano il tempo che trovano. Quella squadra vinse lo scudetto con due stranieri e una rosa formata da quindici elementi. Nelle gare attuali, entrano almeno in sedici e serve una rosa da trenta elementi: lo sa bene Ivan Juric che più volte ha avuto qualche malumore per il mercato del Verona.
In effetti malumori, in alcuni casi, incomprensibili. Perché un conto è lamentarsi degli infortuni, un altro del mercato: il Verona ha ceduto un giocatore e in media ne ha presi altri due per ruolo. Non è un caso che la panchina lunga scaligera quest’anno ha dato i suoi frutti, molti gol sono arrivati direttamente dai cambi in corso.
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La fabbrica delle idee scaligere
I migliori propositi sono stati proprio quelli del tecnico croato, bravo a mantenere con i piedi per terra tutto l’ambiente veronese. Con lui il vice Matteo Paro, il tattico del centrocampo che spesso si intrattiene con i centrali. Effetti utili per i vari Zaccagni e Barak, praticamente i bomber della squadra gialloblu.
Per inteso, il Verona non ha mai avuto un centravanti da venti gol, ma nemmeno da quindici in queste due stagioni. Salutato Pazzini e poi Di Carmine, Kalinic non ha ingranato nemmeno al “Bentegodi”, Salcedo e Favilli sono oggettivamente acerbi, Lasagna ha bisogno di inserirsi per bene.
Il mercato poi dirà il resto, perché da ciò dipenderà il futuro della squadra. Partendo dal tecnico, inseguito dal Napoli e dalla Fiorentina, pare certo comunque l’addio. Dopo due anni ci sta, il Verona si cautelerebbe considerando Vincenzo Italiano dello Spezia come prima scelta: conosce l’ambiente, sa far giocare le sue squadre.
Altri pezzi pregiati sono in mostra già da tempo. Zaccagni verso Napoli e Silvestri verso Roma? Le prime due opzioni porterebbero denaro alle casse scaligere, ma rimarrebbe il problema di trovare due elementi in grado di sostituirli. Così come avranno mercato Faraoni e Lazovic, Dimarco e Ilic sono in attesa di essere riscattati, in mezzo alla difesa potrebbe partire l’asta per il giovane Lovato. Rivoluzione Verona in corso, queste ultime giornate saranno propedeutiche.