Il calcio di una volta e gli scudetti che non ti aspetti: da Riva a Maradona

Storie di grandi campioni, da Riva a Maradona, gli scudetti strappati alle grandi, pagine indimenticabili del nostro calcio.

C’era un tempo in cui a vincere non erano sempre le solite due o massimo tre squadre. C’è stato un tempo in cui, in Serie A, a vincere, poteva essere chiunque. Un solido progetto, buoni calciatori, qualche campione, certo, quello non guasta mai, ed il sogno poteva iniziare. Da Gigi Riva a Diego Maradona, passando per Chinaglia e Re Cecconi, per finire con Vialli, Mancini e Galderisi. Il calcio, in Italia, sapeva essere altra storia, altra cosa.

Il Cagliari di Gigi Riva che si impose in Italia nel 1970, contro qualsiasi logica ed aspettativa. Le grandi, Juventus e le altre a guardare il gruppo incredibile guidato da “rombo di tuono”. Pochi anni dopo, i ragazzi terribili di Maestrelli, Chinaglia, Re Cecconi, Wilsnon e tutti gli altri, portarono lo scudetto a Roma, sponda biancoceleste. Siamo ancora nei settanta, Diego Armando Maradona ed il Napoli tricolore sono ancora lontani.

Leggi anche >>> Inter, Darmian e i suoi fratelli: i gregari scudetto di Conte

Leggi anche >>> Napoli come il Manchester City: il record incorona Gattuso

Il calcio di una volta e gli scudetti che non ti aspetti: Riva e Maradona profeti in terra straniera

Maradona Napoli
Maradona Napoli (GettyImages)

Riva e Maradona, Cagliari e Napoli, terre straniere ma alla fine più che casa loro per i due profeti di quel calcio partito dalla provincia calcistica, mai geografica, che ha saputo incantare l’Italia. Nel 1985 il miracolo Verona, con Osvaldo Bagnoli a guidare Galderisi e compagni verso un campionato forse mai nemmeno immaginato nei sogni più fantasiosi. Un campionato insolito, quasi surreale, in cui i gialloblu, giunsero alla fine all’insperato tricolore.

Nel 1984, a Napoli arriva Diego Armando Maradona. Il Napoli ed il suo presidente Corrado Ferlaino hanno grandi progetti. Quel Napoli, sorpresa come fu il Cagliari anni prima con Riva, ne vinse due di scudetti, in soli quattro anni. Poi arrivò Boskov ed i suoi ragazzi, Vialli, Mancini, Lombardo, Dossena e tutti gli altri, ed il sogno di provincia, calcistica, di chi no è mai abituato a vincere, prese di nuovo forma. Bello, surreale, indimenticabile.

Gestione cookie