I difensori che non segnano sono il cruccio dei giocatori di fantacalcio, ma spesso sono molto più utili in campo di quanto si possa sembrare.
La storia dei marcatori, in effetti, è abbastanza particolare. Con marcatore si intende il calciatore che va in rete, ma anche chi va a pressare l’attaccante, al fine di impedirgli un gol. I difensori che non segnano, invece, sono quei centrali o terzini ad avere poca attitudine con la zona offensiva. Per quanti sforzi ci siano, pali, traverse o grandi parate, sono elementi che hanno uno zero in casella.
Molti ormai sono i calciatori andati in rete, e solamente i più giovani hanno bisogno di un maggior rodaggio per andare in rete, anche se spesso sono gare quasi celebrative a mandarli in porta. Soprattutto a fine stagione, qualche rigore o un maggior spazio permetterà ai centrali e ai laterali la gioia della rete.
Nella storia della Serie A, però, ci sono stati tre calciatori che non hanno mai provato la gloria del gol, almeno in tempi più recenti. Quello più datato è senza dubbio Francesco Morini, libero della Juventus negli anni Settanta, dieci stagioni in bianconero corredate da undici presenze in Nazionale. Erano altri tempi, era il libero della squadra più forte, la sua presenza offensiva non era prevista. Era l’antitesi di Gaetano Scirea nel ruolo: il compianto juventino spesso aveva buon feeling con la rete, Morini invece ha registrato una sfilza di zero nei gol attivi.
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Agostini e Contratto, storie quasi romantiche
In epoca più moderna, tra i difensori che non segnano in molti ricorderanno Alessandro Agostini, che in Serie A ha giocato con Empoli, Cagliari e Verona. Qualcosa come 478 gare tra i professionisti e nemmeno una rete all’attivo. Era un terzino di buona spinta, giocava sulla fascia sinistra e andava con facilità anche al cross.
Non era proprio un terzino bloccato, il mistero sullo zero nella classifica dei gol fatti permane. Attualmente allena nei settori giovanili ma ha questo piccolo cruccio per la carriera da calciatore.
Un po’ come quella di Renzo Contratto, che in rete almeno in Serie A non c’è mai andato. Tre invece i gol nelle altre competizioni, roba da ricordare per sempre. L’ex centrale di Fiorentina, Atalanta e Udinese giocava come marcatore stretto, era difficile lasciare il proprio avversario per andare alla ribalta. Mica si poteva lasciare uno come Maradona in area, o Van Basten. Ora fa il procuratore, e lo fa raccontando ogni tanto di questa curiosa statistica.
E forse manca l’epoca del difensore puro, in giro abbiamo ormai terzini che arano 80 metri di campo, vanno all’attacco ma poi regalano gol. Per lo spettacolo va anche bene, ma molti tecnici si stancano facilmente di errori pacchiani nelle fasi difensive.