Il pagellone di “Speravo de morì prima” è un’analisi di un racconto pressochè unico per quanto riguarda il calcio italiano e i suoi protagonisti.
Dopo aver visto la serie evento di Sky “Speravo de morì prima”, il pagellone è forse necessario per dare anche un giudizio globale sull’opera realizzata. La fiction italiana, in ogni caso, sta attraversando nuove modalità per raccontare lo sport, seguendo sempre più una linea di passato prossimo rispetto alla storia calcistica. Così, dopo la storia di Francesco Totti, prossimamente avremo l’opera su Roberto Baggio e non sono esclusi altre fiction in materia sui numeri 10.
Tornando a quanto visto, sicuramente da analizzare è il personaggio che ha analizzato Francesco Totti, ovvero Pietro Castellitto. Che prende in pagella un 7.5, perché magari non avrà le fattezze del capitano romano, ma a livello fonetico è proprio il “pupone”. Se si chiudono gli occhi, sembrerà di ascoltare l’ex campione della Roma. Ne ha rappresentato soprattutto il dramma calcistico di un uomo che non si è arreso davanti alla carta d’identità, sognando un rinnovo contrattuale che non c’è mai stato.
Se Totti è stato il protagonista…l’antagonista è stato Luciano Spalletti, interpretato da Gianmarco Tognazzi. A lui va un 9, perché la prossemica con la quale ha interpretato il tecnico toscano è incredibile. Sembra di rivedere le conferenze stampa infinite, nonché gli appigli polemici. Talmente bravo Tognazzi da… ricevere gli insulti da tanti tifosi per questa interpretazione (a loro invece uno zero)
Molti elementi nella vita di Totti sono stati fondamentali. Dal campo alla famiglia, che lo ha sempre supportato. Immancabile Ilary Blasi, interpretata da Greta Scarano. Il voto nel pagellone è 6, non sappiamo bene decifrare un personaggio televisivo comunque lontano dal mondo del calcio.
Un giudizio alto in “Speravo de morì prima” va alla coppia d’attori formata da Monica Guerritore e Giorgio Colangeli, a interpretare i genitori di Francesco Totti. A loro va un 8 pieno, perché rappresentano al meglio la Roma di qualche anno fa e anche quella attuale. Ovvero una Roma che difende i propri figli, li tratta con benevolenza e non ha atteggiamenti retorici, anzi.
Sicuramente citabili Paolo Calabresi e Corrado Guzzanti, a interpretare due preti. Una sufficienza piena, un 6 abbondante. Il primo è in confessionale, il secondo si trova costretto a sposare due tifosi romanisti in anticipo per non perdere l’ultima gara di Totti (questo è l’elemento più romanzato).
Voto alto anche per il dettaglio dell’opera, perché spesso si perde il senso mostrando maglie sgualcite e particolari sbagliati: non è questo il caso. Certo, sicuramente un occhio in più sulle comparse non sarebbe guastato: vaghissima somiglianza per Nainggolan e Pjanic, Rudiger infonde proprio tenerezza. Di Florenzi poche tracce, abbastanza curioso invece il Rudy Garcia interpretato da Roberto Zinetti, meritevole di qualche spazio in più.