Guardiola non si tira indietro alle domande sulla Superlega, e affonda il colpo contro i club coinvolti: ma c’è anche il suo Manchester City.
Mentre in Italia Pioli e Pirlo provano a dribblare le domande, De Zerbi affonda il colpo. In Inghilterra ci ha pensato Guardiola invece a dire la sua sulla Superlega, e le parole del tecnico sono un chiaro messaggio che va contro la linea imposta dal Manchester City. Il progetto non è gradito all’allenatore, e le sue parole non sono certo conformi alla volontà del club, che è fra i 12 fondatori della Superlega. Si allarga quindi il fronte dei tecnici che non sembrano affascinati dall’idea in embrione di un torneo elitario, e il motivo è presto detto.
Guardiola non ha infatti utilizzato mezzi termini, e le sue dichiarazioni sulla Superlega potrebbero creare frizioni anche con il City. E’ un altro dato che lascia intuire quanto le società fondatrici abbiano percorso una strada destinata a creare scossoni e fratture, che potrebbero essere anche interne ai club.
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Un affondo netto quello del tecnico, che argomenta il suo pensiero contro la Superlega, e di riflesso lancia un messaggio al Manchester City. La società inglese è fra le fondatrici del progetto, e di certo i vertici del club non saranno felici di un parere che va controcorrente. “Io sostengo il Manchester City – ha affermato Guardiola – e amo tutto di questo club, ma mi piacerebbe che il presidente del comitato spiegasse al mondo perché sia stata presa questa decisione in merito alla Superlega. Ho la mia opinione sul tema, ed è giusto esprimerla liberamente”.
E lo ha fatto Guardiola, che non ha risparmiato stoccate neanche alla Uefa. “Mi domando perché siano state selezionate queste squadre – ha affermato nella conferenza che anticipa il match con l’Aston Villa – e perché, ad esempio, non sia presente l’Ajax. Hanno vinto molte più Champions di altre squadre. Credo però che non stiamo parlando di sport. Quando la vittoria è garantita si perde l’essenza, si cancella il rapporto fra sforzo e successi, che è la base del nostro mondo”. E sulla Uefa. “Siano chiari. Hanno deciso loro di giocare le qualificazioni mondiali, e Lewandowski si è infortunato. Il Bayern ha perso il giocatore contro il Psg per una scelta della Uefa, ma sono stati i tedeschi a rimetterci una pedina fondamentale”.
Parole destinate a far discutere quelle del tecnico. Una chiara dimostrazione che nella battaglia fra la Uefa e la Superlega, i principali protagonisti in campo siano stati travolti da qualcosa che non compete loro, e che li lascia inermi. Intanto però Guardiola ha criticato la Superlega e indirettamente la scelta del City. Ci saranno conseguenze? Difficile dirlo, ma la sensazione è che anche all’interno dei propri club, i presidenti fondatori potrebbero avere qualche “nemico”.