Defrel a metà, così non serve al Sassuolo

Gregoire Defrel è un giocatore rimasto a metà. Né protagonista, né troppo comparsa, avrebbe potuto forse fare di più o è stato troppo sopravvalutato?

Ci sono elementi che in una squadra hanno uno strano destino. Se giocano, sarebbe meglio sostituirli. Se non giocano, sarebbe meglio metterli in campo per sbloccare l’incontro. Gregoire Defrel appartiene a questa categoria, e non è proprio un grande merito appartenervi, evidentemente.

L’ala francese adattata a prima e seconda punta, ha così trovato in Italia uno strano modo di vivacchiare, senza troppi sussulti o responsabilità. Una stagione iniziale a Foggia, poi la massima serie l’ha trovata con il Cesena, portandosi dalla Serie B alla Serie A, per un primo campionato formativo. Quel Cesena non era irresistibile, tanto da retrocedere subito e in avanti aveva Franco Brienza e la meteora Hugo Almeida. A Defrel e Alejandro Rodriguez (altro giocatore che forse si è accontentato) il compito di fare la prima punta, con il francese ad accumulare maggiore minutaggio.

Tale è stato, che ci sono state le prime offerte. Il Sassuolo lo ha accolto per due stagioni di reciproche soddisfazioni. Intanto, con una annata importante e il sesto posto conquistato, valevole nel 2015-16 per l’accesso in Europa League. Una stagione anche con gol importanti, ma l’annata successiva fu la migliore della carriera. Gare in Europa, più concretezza in campionato: 29 presenze e 12 gol, bottino più che considerevole per aumentare le pretendenti sul mercato.

Un mezzo giro d’Italia poco produttivo

Defrel e Di Francesco  - Getty images
Gregoire Defrel ha trovato in Eusebio Di Francesco un mentore – Getty images

Così, Gregoire Defrel si è trovato ad attraversare il guado, scegliere così per un salto di qualità, che non a caso è arrivato con Eusebio Di Francesco. Il tecnico lo ha portato con sé a Roma, qualche buona prestazione ma non tale da meritare un grandissimo spazio, solo quindici presenze e una presenza. Non è un giocatore rimpianto, tanto che il prestito alla Sampdoria fu celebrato quasi come una liberazione, a un certo punto.

Al “Marassi” fu un giocatore utile in chiave tattica, 36 presenze e 11 gol nel collettivo allora allenato da Marco Giampaolo, che del francese lodava l’aspetto tattico. Pazienza se davanti alla porta la concretezza non è mai stata il suo forte, Defrel era un attaccante operaio a un certo punto.

Il ritorno al Sassuolo, la scorsa stagione, è stato a strappi, con 17 presenze e 3 reti, una continuità mai raggiunta nemmeno fisicamente. Qualche gol da ricordare, come contro la Juventus, altri sbagliati. Mentre in questa stagione quasi al termine è continuata la capacità di non incidere. Con Roberto De Zerbi, che solitamente non concede tante opportunità, Defrel si è proprio adagiato, giocare ogni tanto e pazienza se non tutte le gare sono state vissute da protagonista. Rimpiangendo il Cagliari: Di Francesco provò a riportarlo con sé, ma quest’estate il matrimonio non si è concretizzato.

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