Capita a tutti di sbagliare, anche ai magazzinieri dei club più importanti. Una volta si dimenticano le maglie, altre i pantaloncini; allora tocca comprare divise nuove alle bancarelle.
A chi non è capitato di lasciare la tuta da lavoro a casa? O gli scarpini con i tacchetti in pullman? Sono cose che capitano. Anche in Serie A. In alcuni occasioni le nuove divise portano bene e diventano pezzi da collezione, ma se la partita va male, allora è colpa della stoffa che non era adatta.
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Nel 2015 un magazziniere del Milan fu arrestato per aver rubato delle maglie dal centro sportivo. Le cose andarono diversamente in Perugia-Milan del 1979, quando i rossoneri arrivarono negli spogliatoi si resero conto di non avere le maglie per la partita.
La colpa era del responsabile del magazzino che aveva dimenticato il borsone con le divise a casa. Alla fine la squadra di Milano giocò con le maglie blu da trasferta degli avversari.
In un Milan-Perugia di fine anni 90, la parti del magazziniere distratto si invertirono. La giornata cominciò male fin da subito per la squadra ospite che si recò a San Siro in taxi perché avevano forato le ruote al pullman.
Poi quando arrivò il momento di cambiarsi, i perugini si accorsero di avere gli stessi pantaloncini bianchi del Milan e che il custode che occupava delle divise non aveva portato quelli di riserva.
Il magazziniere del Perugia uscì fuori dallo stadio e ad una bancarella comprò una ventina di pantaloncini neri per i giocatori del Perugia, e si fece subito perdonare.
Anche il Vicenza nella sfida contro il Cittadella del 2008, mandò alcuni membri del suo staff ad acquistare divise fluorescenti poco prima del fischio d’inizio.
Una soluzione in extremis adottata dai dirigenti vicentini perché le maglie che si erano portati dietro erano troppo simili a quelle degli avversari. A volte capita, la domanda da commesso è: mettiamo tutto sul conto del magazziniere?