Era il 1996 quando Alì Dia si finse un calciatore professionista, cugino del campione Weah, e riuscì a giocare 20 minuti di Premier League. Prima che lo cacciassero via.
Questa è una di quelle storie che se racconti ad un amico non ti crede. Eppure è tutto vero. Nel 1996 Alì Dia riuscì ad abbindolare il Southampton spacciandosi per un attaccante di grande livello, ma solo per poco, appena 20 minuti di gioco. Grazie ad una serie di fortunati eventi, Dia ha fatto quello che molti giocatori prima di lui hanno sempre sognato: giocare in Premier League. Ma dove è oggi Dia?
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Alì Dia nasce in Senegal nel 1965, e una volta raggiunta l’età per viaggiare parte per la Francia con il sogno di diventare un calciatore professionista. Dopo aver girato mezza Europa giocando per varie squadre di basso livello, a 30 anni arriva in Inghilterra dove si scrive in un università di Newcastle. Ed è proprio durante gli studi che gli viene un idea folle.
Alì chiede a un suo amico di fingersi George Weah e di chiamare alcuni club inglesi per raccomandarlo come attaccante di grande valore. Il West Ham non abbocca alla truffa, ma quando Dia chiama Graeme Souness del Southampton e gli racconta di essere il cugino di Weah, gli viene proposto un contratto di un mese.
Dia arriva in squadra il venerdì saltando così la trafila del provino. Come in una commedia del cinema, la partita di prova di Dia programmata contro le riserve dell’Arsenal salta per un diluvio. Per mancanza di attaccanti Souness lo chiama in panchina nella gara di Premier League con il Leeds United, dove Alì entra alla mezz’ora del primo tempo per un infortunio della punta, Matthew Le Tissier. Dopo appena 20 minuti l’allenatore capisce di essere stato aggirato e mette fine all’avventura imbarazzante di Dia chiamando il cambio. Su di lui diranno “sembrava Bambi sul ghiaccio che correva a caso per il campo”.
Il Southampton concede ad Alì Dia un’ultima chance in una partita con le riserve del Chelsea, ma già a fine primo tempo il contratto verrà strappato. Dia non pagherà neanche l’albergo dove aveva alloggiato per il periodo di prova, e dopo l’addio alla Premier finisce al Gateshead dove segna 2 gol in 8 partite.
Alì è definito tutt’ora uno dei peggiori calciatori che abbia mai solcato i campi di Premier League. La sua fama di bugiardo lo ha fatto diventare un coro da stadio e le sue magliette con il numero 33 vengono ancora vendute. In Finlandia invece, dove Dia ha giocato prima di andare Inghilterra, è ricordato come un ragazzo gentile, educato, volenteroso, nelle interviste su di lui lo ringraziano per il suo contributo alla squadra.
Dopo aver finito l’università a Newcastle, Alì parte in direzione degli Stati Uniti e cambia nome in Aly. A San Francisco consegue un master in Business Administration e per anni si perdono le sue tracce. Nel 2019, il figlio Simon Dia a Eurosport ha dichiarato che suo padre vive e lavora in Qatar dove è diventato un manager di successo.