Mattia Caldara sembra esser diventato un problema. Da difensore in rampa di lancio a giocatore indesiderato, il destino si ritorce contro.
Le vie del calciomercato sono infinite e spesso nemmeno tanto edificanti. La storia di Mattia Caldara negli ultimi anni ha rappresentato, senza dubbio, tutto il sunto della frenesia dei tempi moderni, con giri di scambi, prestazioni eccellenti, panchine e ritorni non proprio eccezionali.
Caldara quest’anno è stata la riserva dell’Atalanta. Senza se e senza ma, non è mai entrato nelle rotazioni di Gasperini con grande intensità, e i bergamaschi non hanno sentito la sua mancanza. Nella squadra orobica lanciata verso la Champions, il ritorno di Caldara non ha inciso più di tanto, pur avendo ben in mente quanto fatto dal ragazzo negli anni precedenti.
Proprio a Bergamo, dopo due buoni prestiti a Cesena e Trapani, aveva dato il via a una carriera sfolgorante. 30 presenze e 7 gol al suo esordio in Serie A, l’uomo del rilancio per Gasperini, il prospetto da tenere d’occhio. Una doppietta a Napoli, la soddisfazione della convocazione in Nazionale, la cessione alla Juventus, abbastanza remunerativa per la squadra di Bergamo, che con quei soldi ha impostato anche il restyling dello stadio.
Tutto bello finché la sfortuna non si è poggiata sulla spalla del ragazzo e ne è diventata, praticamente, una compagna di viaggio.
Juventus e Milan, presenze pressoché nulle
Caldara fu al centro di un primo intrigo di mercato. Sbarcò alla Juventus ma a Torino non lo ritenevano pronto. Così, ecco il “colpo di genio”: far tornare Bonucci in bianconero, cedendo al Milan proprio il ragazzo appena prelevato. Qualcosa di utile per il campo (forse), qualcosa di più utile anche per il bilancio (sicuramente). Nei mesi estivi la quotazione di Caldara era praticamente aumentata, ma senza averne grossi meriti.
Così, l’avventura al Milan con un primo anno da dimenticare, la rottura del legamento del crociato anteriore sinistro a dare un brusco stop alla carriera. E la ripartenza, nella scorsa stagione, con quattro mesi di anticamera: Pioli, a un certo punto, preferiva adattare i terzini in mezzo al campo, era francamente un po’ troppo.
Ed ecco il prestito all’Atalanta, 18 mesi per tornare a respirare aria di casa, con una formula di riscatto fissata a 15 milioni. Ebbene, di mesi ne sono passati 15 e l’Atalanta ha annunciato al procuratore di Caldara che non provvederà al riscatto del suo ex pupillo.
Le scelte dei bergamaschi, soprattutto in ottica difensiva, sono ben chiare. Tenere tutti i pezzi forti, e riscattare semmai Romero in prestito dalla Juventina. Caldara tornerà a Milanello, ma avrà nuovamente la valigia pronta, la permanenza di Pioli basta e avanza per capire le future intenzioni. Altro giro, altro prestito, tutti sperano che possa rilanciare la sua carriera. Necessariamente altrove.