Luis Alberto ha cambiato abitudini. L’uomo assist per eccellenza della Serie A si è trasformato in goleador… trascurando la sua parte naturale.
C’è un cambiamento in corso. C’è un cambiamento forse decisivo. L’esempio di Luis Alberto calza alla perfezione per dimostrare come spesso le indicazioni tattiche entrano nel cervello dei calciatori. Il fantasista laziale è diventato ormai più un uomo gol che assist, snaturando così la sua abitudinale caratteristiche. Per carità, in avanti c’è sempre il suo contributo, nove i gol realizzati in campionato con la doppia cifra che arriverà ben presto, in queste cinque gare a disposizione della Lazio.
Simone Inzaghi ha così avvicinato lo spagnolo alla porta. Segnava poco, in media non era un grande bomber. Ma era ugualmente decisivo, con assist al bacio e suggerimenti illuminanti. I tifosi spesso lo invitavano a cena solo… per vedere come passava il sale a tavola, talmente era forte la sua nomea da assist-man. Che è ora cambiata, mutata secondo le esigenze tattiche laziali. Nel consolidato 3-5-2 dei biancazzurri, Luis Alberto vede più la porta, va al tiro dentro l’area piccola, ha maggiori tempi di inserimento.
Le nove marcature sono frutto di una maggiore incisività, scaltrezza nel guardare il portiere e mirare spesso l’angolo più lontano. L’ultimo gol realizzato contro il Genoa sembra quasi da playstation, sguardo al portiere, giro d’angolo e rete.
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Luis Alberto fa sognare la Lazio. Con lui, infatti, il centrocampo laziale ha trovato quel tocco in più, utile e diverso dagli altri. Leiva è il geometra, Milinkovic-Savic la dirompenza fisica. Luis Alberto è l’arte, la fantasia al potere, l’uomo che se ispirato può far male.
Lo è spesso alzando i toni della contesa, come nel derby. Ma anche in occasioni come quella di domenica, dove è entrato praticamente nelle azioni da rete. Luis Alberto ha partecipato al 18% dei gol laziali, una media ancora bassa ma alzatasi soprattutto nel girone di ritorno, proprio dal momento in cui si è avvicinato alle porte avversarie.
Un elemento utile senza dubbio, che va completare la batteria offensiva di una Lazio che può puntare con decisione alla Champions League, calendario alla mano. Competizione che lo spagnolo conosce, con trascorsi anche nel Liverpool, dal quale la Lazio lo acquistò per quattro milioni.
Facendo un grande affare, la sua storia incominciò a marciare dal gennaio 2017, quando fu un protagonista inatteso contro il Crotone per poi fiorire nella stagione successiva. Ora vale 50 milioni, e di offerte ne arrivano ben poche. Buon per i tifosi della Lazio e anche per Lotito, che un giocatore del genere non ha mercato.
Perché è impossibile trovarne un sostituto. Sia come caratteristiche che come attaccamento alla maglia. Un trascinare da cui tratte vantaggio.