Gli attaccanti della Nazionale hanno un curioso cammino. Per una volta, la maglia azzurra sarà indossata da chi, effettivamente, ha fatto più gol.
La meritocrazia nel calcio porta anche a scoprire alcune cose che dovrebbero esser date per scontate. Ma non lo sono, perché la materia calcistica ha spesso vari rami di interpretazione. La Nazionale di Mancini però ha avuto sempre un diktat importante: gli attaccanti o segnano oppure guardano le partite da casa. Che è anche un concetto giusto, tutto sommato. E, ipotizzando gli attaccanti della Nazionale per euro 2021, siamo praticamente quasi sicuri che questo sarà il dogma su cui ripartire.
Partiamo dall’unico ragazzo che attualmente non gioca in Serie A, ovvero Moise Kean. Una ventina di gol stagionali per lui, se non sarà ad Euro 2021, giocherà con la nazionale giovanile, ma ha mantenuto le attese nel Psg, facendo sicuramente meglio del tanto decantato Icardi.
Gli attaccanti della Nazionale, per loro tradizione, non sono mai stati dei frombolieri eccezionali con il tricolore sul petto. Se il record di Gigi Riva da tempo è intaccato, un motivo ci sarà. Togliendo il compianto Paolo Rossi e Totò Schillaci, anche nelle massime competizioni non abbiamo fatto sfracelli in attacco. Il Mondiale 2006 è stato vinto, addirittura, con una cooperativa del gol, dove il massimo lo hanno raggiunto Materazzi e Toni a quota due.
Bomber in risalita, l’importante è segnare
Tra gli attaccanti della Nazionale, attualmente, c’è gente che fa gol. Lo fanno anche gli esterni Berardi e Chiesa, i papabili per la fascia destra. Che saltano l’uomo, rientrano con il sinistro e segnano con il sinistro. Stagione importante per il capitano del Sassuolo e per il juventino, pronti sicuramente per la ribalta continentale.
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A sinistra è intoccabile Insigne, che venti gol in tutta la stagione li ha realizzati. Alcuni anche con il suo classico colpo del tiro a giro, altri ancora anche con scaltrezza. Elemento in più, perché a volte anche un gol “sporco” può regalare ugualmente un’emozione importante.
Per i bomber, invece, ampia scelta. Immobile, dopo un appannamento nella prima parte del girone di ritorno, ha ritrovato il feeling e l’amore mai sopito con la porta avversaria. Belotti, invece, ha raggiunto la doppia cifra ma si è sobbarcato tutti i destini del Torino sulle sue spalle, preferendo diventare anche un affidabile uomo assist.
E poi ci sono tre centravanti che Mancini guarda con attenzione, anche se la convocazione appare un po’ difficile. Caputo ha segnato con frequenza fino all’infortunio, da capire per bene le sue attuali condizioni fisiche. Quagliarella sarebbe un elemento di straordinaria esperienza, da valutare la sua utilità (crediamo di sì, con la regola dei cinque cambi). Destro si è rilanciato in zona gol, ma non ha mai avuto aspettative recenti in maglia azzurra.