Roberto Stellone non è riuscito a salvare l’Arezzo in Serie C. Parabola discendente per un tecnico che, sino a qualche stagione fa, era in Serie A.
In pochi anni è passato dalle stelle alle stalle. Con un’assonanza nel cognome che, negli ultimi tempi, non ha portato poi così bene. Per Roberto Stellone sono tempi difficili in panchina, la retrocessione dell’Arezzo è stato un duro colpo per il tecnico, che ha provato sino all’ultima giornata a capovolgere un esito che sembrava comunque segnato.
I tempi sono cambiati, anche gli allenatori si sono dovuti adattare a una richiesta sul mercato sempre più enorme. Stellone infatti dalla Serie B si è ritrovato a dover accettare un posto nella squadra ultima del Girone A, passando così dal dover lottare qualche anno prima per la promozione al dover evitare la retrocessione nei dilettanti.
Roberto Stellone ci ha messo professionalità, ha lasciato comunque un buon ricordo ad Arezzo, ha cercato in tutti i modi di raddrizzare la barca. Il pareggio contro il Ravenna sembrava, quanto meno, il viatico per i playout. Invece nell’ultimo turno, la contemporanea vittoria degli emiliani e la sconfitta aretina hanno sancito il passaggio degli amaranto in Serie D. nei dilettanti non rimarrà l’allenatore, che dunque si ritroverà con ogni probabilità disoccupato da quest’estate.
La parabola di Frosinone, le piazze difficili
Roberto Stellone è soprattutto un idolo a Frosinone. Con i ciociari ha concluso la carriera, intraprendendo poi quella da tecnico. Inizialmente delle giovanili, con risultati importanti, poi ecco l’occasione in Serie C. sfruttata alla grande, con la promozione nella serie cadetta. La forza del gruppo e del collettivo, la capacità di saper massimare alla grande il potenziale: armi importanti nel 2014-15, con i ciociari che arrivarono per la prima volta in Serie A.
Nella massima serie, chiaramente, le prime difficoltà, il primo punto arrivò contro la Juventus campione d’Italia. A Torino segnò… il tifoso juventino Blanchard, Stellone si presentò in sala stampa con il sorriso di chi aveva forse pensato di cambiare la stagione.
Il Frosinone, nonostante la battaglia, retrocesse ma tra gli applausi, i tifosi gialloblu riconobbero al tecnico la capacità di aver reso orgoglioso un intero popolo.
Poi l’addio, le prime grandi piazze. Prima a Bari, dove anche altri tecnici non hanno raggiunto l’obiettivo, poi a Palermo in un continuo saliscendi di emozioni, di esoneri e riassunzioni, tipico dei tempi di Zamparini.
In Serie B ancora ad Ascoli, altre incomprensioni con la dirigenza. I bianconeri si salvarono dopo aver cambiato vari allenatori, per Stellone così si chiusero le porte della serie cadetta per non parlare della Serie A.
Infine l’approdo infelice all’Arezzo, una scelta che ha portato a una retrocessione. Da luglio si volterà pagina, Roberto Stellone è ancora un tecnico giovane, potrà rifarsi.