Lo scudetto della Sampdoria fu l’ultimo di una provinciale. Il 19 maggio 1991 i liguri raggiunsero un sogno, che a trent’anni di distanza sembra lontanissimo.
Erano i tempi di “Be happy, be Samp”. I tempi dove tutto era bello, anche perché dieci anni prima c’erano le trasferte di Nocera e Matera, anche il rischio della Serie C e tutto il resto. La Sampdoria di Paolo Mantovani divenne campione d’Italia nel 1991, precisamente il 19 maggio battendo il retrocesso Lecce per 3-0. La bolgia di “Marassi” accompagnò la Sampdoria allo scudetto, il primo e unico della sua storia. L’ultimo di una provinciale, ormai a trent’anni di distanza.
Il team di Mantovani riuscì dove altri fallirono in quella stagione, lo scudetto fu un trionfo meritato, perché quella squadra costruita e plasmata da Vujadin Boskov era un collettivo unico nel suo genere. Fatto di amici, di buon calcio e di una vita scanzonata, dove si era in una grande famiglia e si perdonavano gli errori e qualche eccesso di troppo.
Era una rosa che, a ben guardare, oggi vincerebbe tutto in Italia. In porta aveva Pagliuca, in difesa Wiercowod, l’ala era Lombardo, Cerezo il collante in mezzo e poi la coppia gol di amici, Mancini e Vialli. Un rapporto simbiotico tra i due, forti allo stesso modo, decisivi in maniera spiazzante. Un’amicizia rimasta nel tempo, ora Mancini allena la Nazionale e Vialli ne è assistente.
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Il miracolo di “Marassi”
Quello scudetto arrivò meritatamente in un torneo post Italia ’90. La Sampdoria da qualche anno stava entusiasmando, si stava imponendo in Europa (vittoria della Coppa delle Coppe) e sapeva di dover maturare. Arrivarono gli stranieri al momento opportuno e la Sampdoria decollò decisamente. Il cammino fu anche sofferto, ma non per questo meno bello.
La stagione fu particolare. Intanto non vinse i derby, anzi all’andata perse in casa 2-1 contro il Genoa e al ritorno fece 0-0. Battè poi il Napoli nell’ultima partita di Maradona in gol con un 4-1 spiazzante, come primo segnale: lo scudetto si stava scucendo dai partenopei, per prendere la via di Genova.
Lo scontro decisivo fu a San Siro, sponda Inter. Il 2-0 finale dei liguri premiò Boskov, che mise in campo una formazione offensiva, il gol finale di Mancini e la sua esultanza furono il frame più importante del campionato. Dopo quindici giorni i festeggiamenti, il 3-0 contro il Lecce allenato da Zibì Boniek fu scontato e meraviglioso allo stesso tempo.
Il primo e unico scudetto targato Sampdoria arrivò con 20 vittorie, 11 pareggi e 3 sconfitte. Con 57 gol fatti e 24 subiti, un crescendo rossiniano. La stagione successiva si puntò ad altro, la Coppa dei Campioni era il sogno mica tanto nascosto. Che mancò per pochi minuti: la punizione di Koeman nei supplementari, consegnò il titolo europeo ai supplementari al Barcellona.