Seconda finale di Coppa Italia in tre anni per l’Atalanta. Seconda finale persa per la Dea, che non riesce a ‘consacrare‘ il ciclo Gasperini con un trofeo nazionale. Ieri altro rigore dubbio non concesso, ma il mister nerazzurro smorza i toni nel post partita. Il ricordo va alla gara contro la Lazio.
Battute iniziali della sfida contro la Juventus. Pessina entra in area e viene a contrasto con Rabiot che, nel tentativo di intercettare la palla, dà una fiancata al suo avversario che cade a terra. I giocatori dell’Atalanta chiedono il calcio di rigore, l’arbitro Massa indica il pallone che, si vedrà nei replay successivi, viene solamente sfiorato dal centrocampista francese. Un contrasto di gioco sul quale il direttore di gara sorvola, meno i telecronisti della Rai che ricordano l’episodio più volte nel corso del match e del post gara.
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Nelle classiche interviste al termine della partita Gian Piero Gasperini cerca di smorzare i toni. La delusione è tanta per la seconda Coppa Italia sfuggita in tre anni, ma il mister (tra l’altro ex Juve) può essere soddisfatto della prova dei suoi ragazzi. Il tecnico della Dea recrimina per il rigore non dato, a suo giudizio netto, ma fa rientrare questo episodio nel novero delle occasioni controverse che caratterizzano una gara di calcio.
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Il ricordo, poi, va alla finale di due anni fa contro la Lazio. Quando, sul punteggio di 1-0 a favore dei biancocelesti, un fallo di mano in area di Bastos (già ammonito) non venne sanzionato dal direttore di gara.
Coppa Italia, Gasperini e il rigore in Lazio-Atalanta
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“Quello però era stato un episodio clamoroso, in cui si decise di chiudere gli occhi perché c’erano un rigore e un’espulsione che avrebbero cambiato la partita” dice Gasperini riferendosi all’episodio che aveva macchiato la finale di due anni fa. “Qui è rigore, ma rientra più nella normalità delle cose che si danno e non si danno” riferito invece al contatto tra Pessina e Rabiot.
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