Soprannome, carriera, moglie e figli: tutte le curiosità su Sergio Conceicao, l’allenatore del Porto nel mirino di Lazio e Napoli.
Due campionati portoghesi fin qui vinti, due supercoppe e una coppa nazionale. E in più, la ciliegina dell’eliminazione della Juventus dalla Champions League nel 2021. Sergio Conceicao è uno dei tecnici emergenti che desta più interesse in Europa grazie ai successi già raccolti con il Porto.
Nato a Coimbra il 15 novembre 1974, Sérgio Paulo Marceneiro da Conceição ha giocato come ala destra per quasi tutta la carriera. Cresciuto nelle giovanili di Academica e Porto, ha militato a lungo anche in alcune big italiane, su tutte la Lazio, club con cui ha conquistato uno Scudetto, una Supercoppa, due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa europea. Nel 2009 ha appeso gli scarpini al chiodo, iniziando nel tre anni più tardi la carriera di primo allenatore.
La sua vita in panchina è iniziata da poco, ma già è stata impreziosita dai grandi successi ottenuti con il Porto. Nella vita privata non si è mai fatto notare per essere come re del gossip. Sposato con la splendida Liliana Conceicao, ha quattro figli: Francisco, Moises, Rodrigo e Sergio. Tutti hanno seguito le sue orme, diventando calciatori di discreto livello, senza raggiungere per il momento le vette del padre.
Idolo delle folle, nonostante sia giovane e con una carriera ancora lunga davanti a sé, Sergio ha già ricevuto l’onore di vedersi intitolare lo stadio della sua città. Una grande dimostrazione di quanto sappia farsi amare dal pubblico e dai tifosi, che gli hanno donato anche un simpatico soprannome quando era giocatore: Twister.
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Ma che tipo di allenatore è Conceicao? Molti dei suoi possibili futuri sostenitori se lo sono chiesti, specialmente dopo il suo accostamento ad alcune squadre italiane. Pragmatico e molto intelligente, con il Porto ha modificato più volte il suo schema, adattandosi anche agli avversari. Dopo aver sperimentato, con scarsi successi, il 4-3-3, ha scelto di optare per un 4-4-2 multiforme. In fase offensiva passa infatti a un 3-1-4-2, pronto a trasformarsi in un arcigno 4-4-1-1 una volta persa palla. I suoi principi di gioco sono semplici: per prima cosa, non prenderle. Bando all’estetica, punta forte sulla solidità, da abbinare ovviamente a un dinamismo inarrestabile in fase offensiva. Tutte caratteristiche mostrate all’Europa intera durante il doppio confronto con la Juventus del 2021.