Milan in Champions dopo 7 lunghe stagioni: come era quella squadra e come sarà la prossima in Europa.
Sette anni di assenza dalla Champions per il Milan sono un’eternità. Un periodo troppo lungo e pieno di errori, ribaltoni societari, occasioni perse. Era la stagione 2013-14, quella che coincise con un cambio drastico e la speranza di ripartire con forza per aprire un nuovo progetto. Da quel momento in poi il club ha avviato una ristrutturazione che è stata condizionata da troppi passi falsi. Dagli allenatori cambiati, ai tanti colpi di mercato ben presto rivelatisi flop totali, il Milan ha impiegato 7 anni per ritrovare un posto fra le prime in Serie A. E lo ha fatto con merito e successo.
Pioli è stato in grado di amalgamare un gruppo solido, che ha lottato con forza e che ha festeggiato ieri contro l’Atalanta. Kessié, vera anima dell’undici rossonero, ha trascinato la squadra, che nel mercato invernale ha trovato in Tomori un difensore solido, ed è stata in grado di sopperire all’assenza di Ibra. Saranno i 3 calciatori che costituiranno l’asse centrale della prossima squadra, insieme a Bennacer, Kjaer e Calabria. Il resto è un rebus. Maldini ha infatti due obiettivi importanti. Il primo è blindare Donnarumma, che con la possibilità di giocare la Champions potrebbe prolungare il contratto. Il secondo è Calhanoglu. Calciatore imprescindibile. Una squadra da allestire per tornare subito protagonista. Più di quella che nel 2014 non sembrava attrezzata per rispettare una storia incredibile del Milan in Champions League.
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Ecco quindi che Maldini e Massara ragioneranno sui 3 grandi rinnovi da chiudere. Donnarumma, Chalhanoglu e Romagnoli sono discorsi che non possono più essere rimandati. Con Ibra, Calabria, Rebic, Bennacer e un Tonali da rigenerare, formerebbero la base solida su cui ripartire, in una difesa che con Tomori e Kjaer necessita di un 4 centrale di spessore. Un gruppo che sembra ampiamente più forte di quello che giocò l’ultima Champions in maglia Milan. In quella squadra trovava infatti spazio Kaká, pallone d’oro che in Europa per anni riuscì a dettare legge.
Andava a comporre un reparto offensivo non del tutto incisivo, in una squadra guidata prima da Allegri, poi da Tassotti e infine da Seedorf. In attacco con il brasiliano c’erano Taarabt, Balotelli, Niang, El Shaarawy, Matri e Boateng, mentre la difesa soffriva molto con Rami e Bonera al centro e Abate ed Emanuelson sulle corsie laterali. A centrocampo trovavano spazio De Jong ed Essien con Birsa, Poli e un giovanissimo Cristante. Una squadra senza grande fantasia, che non riuscì in un anno sfortunato a centrare gli obiettivi. La musica però è cambiata, e Maldini ha le chiavi per tornare ad ascoltare la musica della Champions con il Milan. E vuole farlo da protagonista, come quando era in campo ad alzare il trofeo più amato dai tifosi rossoneri.