Vecchi attaccanti e pochi gol. Il mercato di gennaio non ha regalato grandi emozioni ai tifosi e soddisfazioni a chi voleva chiudere o quasi la carriera in bellezza.
I vecchi attaccanti non graffiano più. È il segno delle cose, non sempre si arriva al gol, soprattutto se il minutaggio è poco e la forma non è pienamente accettabile. Acquistare calciatori esperti è un po’ una mossa della sopravvivenza o cercare di tamponare un buco di organico, spesso riuscendoci a stento.
Si è ritirato chi in questo caso era una garanzia. Alessandro Matri, da comprimario, fece vincere una Coppa Italia tornando nuovamente a Torino, dopo aver fatto bene in passato con i bianconeri. Erano anni dove alla Juventus arrivava anche gente come Bendtner, Anelka, Borriello e Osvaldo, qualcuno fece gol, qualcuno altro era semplicemente un abbaglio del passato.
Tra i vecchi attaccanti del nuovo corso, in quattro potevano fare decisamente di più. Il nome più eclatante è quello di Mario Mandzukic, arrivato a Milano come vice di Zlatan Ibrahimovic. Abbandonato da Maurizio Sarri a Torino, aveva giocato dieci partite nei paesi arabi prima di tornare nella nostra Serie A.
Forma non troppo eccezionale quella del croato, che ha visto poco il campo, con relativi infortuni e uno stop al suo stipendio, come gesto di sensibilità, prima dell’addio annunciato a Milanello. Di Mandzukic, però, si ricorda soprattutto il passato, quando era diventato un idolo nella Juventus per il suo sacrificio in ogni zona di gioco.
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I belli che non ballano
Fernando Llorente, tra i vecchi attaccanti, era quello più ricercato a dicembre. Il Napoli lo aveva rimesso in campo forzatamente non avendo più punti, lui si era dimostrato un professionista. Bloccato il ritorno alla Juventus, dove aveva già militato per due stagioni, andò comunque in bianconero, precisamente all’Udinese. Un arrivo collegato alla cessione di Kevin Lasagna al Verona, dieci milioni incassati dai friulani e un esperto per sostituirlo come nel caso del giocatore basco. Poche soddisfazioni anche per lui, la fama del bello ormai lo precede.
Stessa regola per Graziano Pellè, che arrivava dal campionato cinese per chiudere forse con il calcio a Parma. Poche compiacenze, ma era difficile fare di meglio in un contesto già forse rassegnato alla retrocessione. Rimarrà in Serie B o tornerà nuovamente a incassare stipendi decisamente più corposi in Asia?
Tra i vecchi attaccanti inseriamo anche Alexsandar Kokorin, che vecchissimo non è ma è stato praticamente un fantasma a Firenze. Beppe Iachini addirittura nemmeno lo vedeva negli allenamenti, il russo e la Serie A sono sembrati due rette abbastanza divergenti. Ha giocato una ventina di minuti a Crotone, nessuno lo ha notato.
I bomber di un tempo non colpiscono più, meglio affidarsi alle giovani speranze per il futuro? Sicuramente la discussione è aperta, c’è bisogno di una nuova classe di attaccanti, vecchi ma prolifici.