Il Torino di Cairo è diventato una polveriera. Gente scontenta, piazza inviperita, dirigenza spesso cervellotica. Da dove partono i mali dei granata?
Quella appena conclusa è stata un’altra stagione da dimenticare per il Torino di Urbano Cairo. Un patron contestato sempre più dalla piazza, che mal digerisce alcuni atteggiamenti dell’editore. Un crescendo di polemiche, insinuazioni, ma anche brutte figure collezionate sia dentro il campo ma soprattutto fuori, quando la diplomazia non è proprio il pezzo forte.
Dalle battute di Cairo al sindaco Chiara Appendino, alla polemica con Ciro Immobile, il Torino ha vissuto gli ultimi giorni non proprio con massima tranquillità, preceduti anche dalla palese contestazione dei tifosi granata. Ancora troppo innamorati del passato per poter valutare con oggettività lo stato delle cose. Che è unanime: questo Torino può puntare al massimo alla salvezza, se si fa una collezione di giocatori che hanno deluso le attese, non si può certo puntare alla luna.
Non si può nemmeno attaccare, come lo scorso anno, il presidente Cairo di non aver investito nella rosa. Semmai di aver investito male, perché i venti milioni per Verdi non hanno dato risultati, così come i milioni spesi per Zaza: la sua indolenza e l’alternanza nelle giocate è spesso il simbolo degli anni granata. Da capire, quindi, cosa fare per il prossimo futuro.
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Problemi vari, urge un rimedio
In effetti, guardando le ultime stagioni del Torino di Cairo non c’è da stare allegri. Tanta, forse troppa l’alternanza degli allenatori. Che durano relativamente poco, un progetto tecnico – dai tempi di Ventura – non dura più di due stagioni consecutive senza sussulti. Sinisa Mihajlovic e Walter Mazzarri le vittime più eccellenti, non serve scaricare sempre le colpe sui tecnici, contestandoli per ogni minima scelta.
Con una piazza fomentata spesso da un certo tipo di stampa che vorrebbe praticamente prendere il comando del Torino (o quasi), i nervosismi non sono lontani dai granata. Oltre alla girandola dei tecnici, va registrata quella dei direttori sportivi. Che durano poco, sbagliano gli acquisti, acquistano carneadi come dei fenomeni e poi vengono licenziati senza troppi rimpianti.
Può, dunque, il Torino proseguire con Cairo questo continuo ballo di problematiche? Se lo chiedono in tanti nel capoluogo piemontese, dove campeggiano sempre più gli inviti al presidente di mollare la presidenza (al sud, stessa situazione con Guarascio e il Cosenza).
L’editore, però, sembra non voler mollare la presa, ha spesso dichiarato come di offerte concrete non ce ne siano mai state per rilevare i granata. Che hanno molto da farsi perdonare in campo, soprattutto in fase di calcio mercato ci sarà da sudare. Appare più vicino l’addio di capitan Belotti, seguito da Roma e Milan, così come i vari Izzo, Sirigu sembrano già avere altre mete segnate sul loro percorso sportivo.