Deschamps e Zidane, la Francia e la Juventus. Destino incrociato per i due tecnici, tra le ambizioni con la nazionale e la formazione juventina.
Didier Deschamps e Zinedine Zidane sono legati a doppio filo. Perché le avventure calcistiche con la Francia e quelle in maglia Juventus non potranno essere mai dimenticate, trionfi, bei momenti e soprattutto calcio giocato ad altissimo livello.
Deschamps era l’uomo d’ordine, l’elemento chiave per ogni squadra. In Italia era arrivato quasi in sordina, la Juventus lo aveva acquistato dal Marsiglia per vederlo poi maturare nella seconda stagione, quella che portò alla Champions League. L’anno dopo arrivò Zidane, preso per sei miliardi dal Bordeaux e poi rivenduto a 150 al Real Madrid nell’estate del 2001.
Il rimpianto di Zidane è di non aver vinto la Champions in bianconero in due finali, le stesse perse anche da Deschamps in maglia bianconera.
Un rapporto comunque simbiotico con la Juventus, erano i due baluardi di Francia abili nel centrocampo di Marcello Lippi. Il primo tamponava, il secondo creava gioco e questo si ripetette soprattutto con la maglia dei blues. Con un titolo mondiale incluso, quello giocato proprio in Francia ad aprire la strada del grande calcio. Lì dove non riuscì Michel Platinì, riuscirono i due. Deschamps da capitano alzò la coppa del mondo, Zidane con due inzuccate vinse quasi da solo la finalissima contro il Brasile.
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Il destino passa per la panchina
I due sono poi maturati. Deschamps ha allenato il Monaco portandolo in finale di Champions (persa contro Mourinho e il suo Porto), poi tornò in Italia. E lo fece nel momento di massimo bisogno bianconero, accettò la panchina in Serie B e si dimise a campionato vinto: quando capì che non potevano arrivare Mascherano e Benzema, ripiegando su Almiron e Iaquinta allora la misura era decisamente piena.
Tornato poi in panchina, da anni è il motore della Francia con un altro titolo mondiale in bisaccia e la convinzione che solo un suo collega può scalzarlo dalla panchina. E quel collega è Zinedine Zidane, che pare in bilico tra due grandi amori.
Esaurita la spinta della panchina del Real Madrid (l’unico a vincere tre Champions di fila in anni recenti), Zizou punta con decisione o alla sua nazionale oppure al ritorno a Torino. Zizou che in nazionale ha un conto aperto, quella testata a Materazzi fu un prologo tremendo per chiudere con la sua selezione. Mentre a Torino ripartirebbe con grande stile, in una sorta di versione 2.0. Proponendo forse un gioco più concreto della sua avventura in bianconero, quando molte volte si specchiava nelle sue giocate. Proprio perché sapeva di essere uno dei migliori, se non il migliore di quel periodo sul finire del nuovo millennio.